Al Lirico di Cagliari, il segreto del Natale in una favola… per adulti

C’è chi sotto l’albero vorrebbe trovare un giocattolo nuovo o il bestseller del momento o, ancora, lo smartphone dei propri sogni e chi, forse molto meno banalmente, vorrebbe, invece, poter scartare gli stivaletti della zarina in persona. Sino al 30 dicembre, al Teatro Lirico di Cagliari, vanno in scena Gli Stivaletti, l’opera comico-fantastica di Pëtr Il’ič Čajkovskij, la favola di Natale per adulti per augurare a tutti Buone Feste.

Il grande scialle tra le mani della strega Solocha è una macchia rosso sangue al centro della scena. Poi, un guizzo, un rapido movimento nell’aria e il fotogramma prende vita. Gli abitanti del villaggio di Dikan’ka si colorano e si animano e Gli stivaletti hanno inizio.
Tre ore di spettacolo, un mese di prove e tutto per arrivare alle ultime battute e sentire la bella e capricciosa Oksana affermare che non desidera più gli stivaletti della zarina e che, sì, sposerà il fabbro Vakula anche senza. Con questa battuta a pochi minuti dalla fine, inserita ad hoc e rivolta da Odarka al Maestro concertatore Donato Renzetti, Gli stivaletti salutano il pubblico del Teatro Lirico di Cagliari, spettatore di quella che il regista Yuri Alexandrov ha definito una favola per adulti.

Gli ingredienti, in effetti, ci sono tutti: la magia (chi non ne vorrebbe un po’? Magari proprio sotto forma della vecchia scopa di Solocha per volare oltre il traffico delle 8 del mattino…), la bella innamorata terribilmente capricciosa (chissà quanti déjà-vu per gli uomini in sala, di fronte ai tira e molla di Oksana) e il suo amore che proprio non riesce a capire cosa voglia (e le donne in sala a pensare: “Ma è così evidente!”…), ma che, in fondo, è disposto a tutto (anche a trasformarsi da semplice fabbro in eroe) pur di sentire quel sì tanto sperato.

Gli stivaletti sono una favola e, in aggiunta, una favola di Natale e il lieto fine non può non arrivare. Eppure, nella grande festa del finale, c’è spazio per tutti: persino per il diavolo Bes. Certo, un diavolo fuori dall’ordinario, con i tratti più del satiro che del tremendo signore delle tenebre, ma, di fatto, sta lì, insieme agli Spiriti Ubriaconi, a ricordare che ciò che di “diabolico”, oscuro e misterioso è presente nella vita non può essere ignorato nemmeno nei momenti più felici e che, anzi, questi momenti sembrano scaturire proprio dalla conciliazione degli opposti. Del resto, proprio Vakula che non esita a scendere a patti col diavolo pur di ottenere gli stivaletti, è appena smontato dalla sua groppa quando implora Čub (il padre di Oksana) di non arrabbiarsi “il giorno della festa di Gesù”.

Definire Gli stivaletti un’opera di contrasti, però, sarebbe quantomeno azzardato: per quanto presenti, infatti, gli opposti sfumano continuamente l’uno nell’altro e la linea di confine tra realtà e fantasia non è mai netta. E così, anche le musiche di Čajkovskij non decollano mai in arie vere e proprie, ma aderiscono con naturalezza al succedersi delle azioni sia si tratti del lamento di Vakula, stremato dai capricci di Oksana, sia accompagnino la giostra degli spasimanti della “generosa” e divertentissima Solocha, nascosti nei sacchi, o le danze del cosiddetto ’“Atto di Pietroburgo”, accolte da inevitabili applausi a scena aperta.

“Tutto è bene quel che finisce bene”, insomma, soprattutto se il tutto in questione avviene nella notte più magica dell’anno, quella vigilia di Natale in cui anche i più grandi tornano a un po’ bambini, intenti a scartare i pacchi sotto l’albero. Un po’, appunto. Come nella grande festa del finale, che ha poco (se non nulla) a che vedere con l’atmosfera fatata e magica del resto dell’opera e dove persino Bes e gli Spiriti Ubriaconi sembrano confondersi nella festa e nella baldoria generale. Calici in alto: l’amore trionfa ed è Natale.

Applausi a tutti e all’intero staff del Teatro Lirico di Cagliari (“anche alle tende”, dice divertito un bambino seduto alle mie spalle) e così, si chiude la stagione di Lirica e Balletto 2014 del Teatro Lirico cagliaritano.

Morena Deriu

(Immagine da www.teatroliricodicagliari.it)

 

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