La Puglia, prima regione in Italia, ha già deciso: dalla prossima estate niente più plastica monouso negli stabilimenti balneari di tutte le sue spiagge. E lo ha fatto in anticipo di due anni sull’entrata in vigore della direttiva comunitaria che lo impone dal 2021. E c’è chi, sulla stessa scia, chiede che anche la Sardegna segua l’esempio. È la fondazione Medsea che con una lettera aperta indirizzata al neo presidente della Regione, Christian Solinas, intende dire “basta alla plastica in spiaggia”.
Come sottolinea la fondazione, che si occupa di promuovere azioni e progetti finalizzati a ridurre gli impatti che causano la perdita del patrimonio naturale e culturale, “i rifiuti che inquinano mare e spiagge sono soprattutto di plastica e monouso: sacchetti, bottiglie, flaconi, palloncini. Le microplastiche, particelle inferiori ai 5 millimetri prodotte dalla frammentazione degli oggetti, sono considerate una delle sei emergenze mondiali dell’ambiente”.
“Proteggere le coste e i mari sardi dalle aggressioni della plastica non è un mantra degli ambientalisti – sottolineano i responsabili della fondazione Medsea -: anche la commissione Ambiente del Parlamento europeo si è espressa con una direttiva che indica il 2021 come data a partire dalla quale sarà vietata nelle aree prossime al mare la vendita e diffusione di materiali non compostabili”.
In Italia il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, intende recepire la decisione del parlamento di Bruxelles nel decreto ‘Salva-Mare’.
Qualche Comune, anche in Sardegna, si sta già mobilitando sul tema delle plstiche inquinanti, pochi giorni fa il Comune di Stintino ha lanciato la campagna ‘plastic free’ che riguarda proprio le spiagge, in particolare La Pelosa. (mar. pi.)