Si amplia l’area di alimentazione per i grifoni nell’Isola: progetto modello a livello europeo

Grazie al progetto “Life safe for vultures” si amplia l’areale di alimentazione dei grifoni in Sardegna. Con il via libera degli assessorati regionali all’Ambiente e alla Sanità, oltre ai carnai già attivati nelle aziende zootecniche che si trovano all’interno dei siti Natura 2.000, nella zona tra Bosa e Campeda, ora potranno realizzarsi nuovi siti nel Nord est, nel Nuorese e nei quadranti orientale e occidentale del Sud Sardegna. La novità, grazie alla quale l’Isola è tra i pochi territori europei ad aver intrapreso questo percorso all’interno dei processi di conservazione degli avvoltoi, è emersa durante la prima Conferenza europea sull’alimentazione supplementare dei vulturidi che si è svolta ad Alghero, alla quale hanno partecipato esperti provenienti da tutta l’Europa.

“Dal confronto con molti dei massimi esperti nazionali e internazionali è emersa l’importanza dei carnai aziendali come misura di conservazione della specie in tutte le situazioni in cui c’è carenza alimentare – spiega Fiammetta Berlinguer, docente del dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Sassari e responsabile scientifica del progetto -. Il vantaggio è reciproco, perché i carnai aziendali sparsi nel territorio assicurano cibo ai grifoni e ne rispettano l’etologia, ma allo stesso tempo questi avvoltoi svolgono un servizio per l’uomo, consentendo agli allevatori di risparmiare sui costi dello smaltimento delle carcasse animali, che sono considerati rifiuti speciali”. Non è un caso che al modello sardo guardino anche altre regioni d’Italia e d’Europa in cui, per caratteristiche e tipologie di allevamento e di morfologia, si ripresentano condizioni analoghe.

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