Due giovani turisti hanno fatto un safari di pesca subacquea nelle acque di Capo Caccia (Alghero), poi hanno venduto una parte del pescato (almeno tre grandi cernie) a un noto ristoratore algherese e hanno pubblicato un video delle loro gesta nel social Tik Tok. Un’autodenuncia, in pratica, perché l’area marina di Porto Conte – Capo Caccia rientra nella zona di protezione speciale e nel sito di importanza comunitaria per la salvaguardia di habitat naturali, di fauna e flora.
La pesca sportiva nelle aree marine protette – come ricorda l’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico — è vietata e sanzionata penalmente, potrebbe integrare gli estremi del reato di furto aggravato ai danni dello Stato, la violazione della disciplina regionale e regolamentare istitutiva e gestionale dell’Area marina protetta, mentre l’acquisto di proventi da reato può integrare gli estremi di ricettazione, oltre alle sanzioni inerenti gli aspetti commerciali e igienico-sanitari.
L’associazione ha inoltrato una segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, al Corpo forestale e di vigilanza ambientale, alla Guardia costiera, al Comune di Alghero, all’Azienda speciale di gestione del parco naturale di Porto Conte e dell’area marina protetta affinché vengano svolti gli opportuni accertamenti e applicate le sanzioni di legge. “La Sardegna non è terra e mare per beceri safari – dicono -, chiunque se lo metta in testa una buona volta per tutte”.