Il 20% delle spiagge dell’Isola occupate da concessioni. E i titolari pagano una miseria

Su 595 chilometri di spiagge nell’Isola ci sono 5.394 concessioni, ma sono solo 573 quelle per stabilimenti balneari, mentre sono 218 quelle per campeggi. Una percentuale del 20,7 per cento del totale di costa sabbiosa occupata da stabilimenti balneari, campeggi, circoli sportivi e complessi turistici alla quale si aggiunge un 4,7 per cento di spiagge non fruibili (costa abbandonata o interdetta). È quanto emerge dal Rapporto spiagge 2022 di Legambiente. Che in particolare pone l’attenzione sui canoni di concessione dovuti allo Stato. “Ovunque bassi – si legge nel report – ma in alcune località di turismo di lusso come la Costa Smeralda o la Versilia, risultano particolarmente inadeguati a fronte di guadagni milionari. Incredibile come in Sardegna nel Comune di Arzachena, ci siano 41 stabilimenti balneari con canone annuale inferiore a 1.000 euro, mentre degli altri 23 non esistono dati”.

La Sardegna è una delle regioni italiane che ha disciplinato l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo destinato ad uso turistico-ricreativo attraverso le “Linee guida per la predisposizione del Piano di utilizzo dei litorali” nel 2013 e 2017. In particolare – ricorda l’associazione ambientalista – “viene definito, in relazione alla natura, alla morfologia della spiaggia e alla sua dislocazione territoriale, quali siano le tipologie e le superfici destinate alle concessioni demaniali marittime con i relativi criteri di dimensionamento massimo, la cui estensione in litorali urbani non può mai superare il 40 per cento, garantendo il 60 per cento di spiaggia libera. Tale estensione massima si riduce al 20 per cento in litorali integri, nei quali è garantito l’80 per cento di spiaggia libera”.

Infine nel focus sul problema dell’erosione delle coste Legambiente evidenzia che il tratto di costa interessato nell’Isola è pari al 14,5 per cento (84 chilometri) del totale. “Le maggiori criticità riguardano i litorali del versante ovest, come quelle della rada di Alghero, di Porto Torres, di Marina di Sorso e Cabras. Queste spiagge sono battute dal maestrale, che determina una quantità di energia incidente annua più che doppia di quella coinvolta nelle altre coste. Inoltre l’intervento antropico ha determinato diversi scompensi anche nella costa orientale e nella costa a sud. Si possono, infatti, osservare le criticità delle spiagge di Cagliari (Poetto, Calamosca e Giorgino), di S. Margherita di Pula, Villasimius, Santa Maria Navarrese, Calagonone e Stintino (Pelosa)”.

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