Falesia di Punta Giglio, nuovo esposto degli ambientalisti: “I lavori sono un rischio”

Nuovo esposto contro i lavori di mitigazione del rischio frana sulle falesie di Punta Giglio. Lo hanno inviato le associazioni Italia Nostra , Punta Giglio libera, Earth gardeners, Siamo tutti importanti al ministero dell’Ambiente e all’assessorato regionale: vengono segnalate le incongruenze emerse dall’esame degli elaborati tecnici acquisiti solo di recente, dopo una formale richiesta di accesso agli atti.

Secondo le associazioni sono “sostanzialmente ignorate” le prescrizioni di tutela del bene naturale dettate con due distinti pareri dal ministero e dalla Regione in merito alle modalità di esecuzione dei lavori (l’obbligo di recupero dei materiali rocciosi disgaggiati e abbattuti per impedirne il deposito nei fondali marini, l’imposizione di speciali precauzioni per evitare il coinvolgimento dell’ambiente acqueo prospiciente le falesie, l’adozione di particolari misure a protezione della componente naturalistica). “Dall’esame della documentazione emerge, infatti, che esse non solo non sono state recepite in sede progettuale ma in più punti sono anzi contraddette dalle previsioni degli elaborati tecnici”, si legge in una nota.

“A detta degli stessi progettisti e soprattutto a detta del Servizio distrettuale idrografico regionale – proseguono gli ambientalisti – la finalità progettuale della mitigazione del rischio non sarebbe conseguibile a fine lavori a causa della natura stessa della falesia e per la molteplicità delle linee di frattura e dei potenziali punti di distacco. I fenomeni evolutivi di una falesia “viva” non sono infatti per loro stessa natura prevedibili con sufficienti margini di sicurezza. Non sussiste dunque alcuna garanzia che a lavori ultimati possa essere rivista la classificazione Hg4 (alta pericolosità di frana) imposta dal Piano di assetto idrogeologico, né che sia rimossa l’interdizione alla navigazione nella fascia dei 200 metri disposta nel 2015 dalla Capitaneria di porto. La soluzione più efficace e non impattante non può che essere quella dell’Opzione zero ovvero la scelta della “non interferenza” con i fenomeni naturali in atto, conservando le misure di sicurezza che di fatto azzerano il rischio”.

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