Il Fondo per l’ambiente italiano (Fai), Legambiente e Wwf hanno sottoscritto un documento – paesaggi rinnovabili – che apre all’installazione di impianti rinnovabili sui territori, come il fotovoltaico e l’eolico. Una svolta che ha rotto il fronte ambientalista: Italia Nostra è rimasta ferma sulle sue posizioni. Anche nell’Isola, “Abbiamo combattuto importanti battaglie e ottenuto buoni risultati, soprattutto in Sardegna, contro la speculazione edilizia, in particolare quella costiera e dei centri storici – spiega Graziano Bullegas di Italia Nostra -. Le nostre battaglie non miravano certo ad impedire il diritto alla casa, chiedevamo semplicemente che il territorio fosse governato attraverso la pianificazione paesaggistica e urbanistica e che l’edificazione di abitazioni fosse commisurata al fabbisogno reale della comunità. Si trattava di stabilire come, dove e quanto edificare, il tutto nel rispetto del patrimonio ambientale e paesaggistico e con un consumo di suolo tendente a zero”.
“Analogo discorso – prosegue – deve essere fatto per l’insediamento degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Anche per queste infrastrutture è necessario stabilire quantità, qualità e ubicazione degli impianti, e questo non può deciderlo l’imprenditore, ma deve essere frutto di una pianificazione pubblica, oggi del tutto assente”.
Italia Nostra parla di un’aggressione che interessa oggi il territorio sardo: nell’ultimo anno sono state presentate richieste per l’installazione di 16 nuovi impianti eolici offshore e 49 onshore oltre a 162 impianti fotovoltaici a terra. “Questi progetti non sono neppure tecnicamente approvabili perché proposti nelle aree sbagliate, talvolta privi di idonea documentazione o contenenti dati e informazioni non corrette frutto di sbrigativi copia e incolla. In alcuni casi la ressa e tale che si è perfino arrivati a contestazioni tra società concorrenti che pretendevano di potersi installare nella stessa area. Sempre in Sardegna, l’impianto eolico “Gomorretta” approvato dal governo Draghi, nonostante tutti i pareri negativi, compresi quelli della commissione Via e di due ministri, impedirà la realizzazione dell’ambizioso rivelatore gravitazione Einstein Telescope, una delle grandi infrastrutture strategiche europee incluse nella Roadmap Esfri”.
“Noi, come moderni Don Chisciotte – conclude -, proseguiremo la nostra battaglia contro i mulini a vento e l’inarrestabile consumo di suolo, in difesa del territorio e dei beni paesaggistici e continueremo la nostra azione per dimostrare che già da oggi in alcune regioni italiane (vedi Sardegna) sia possibile fare a meno dei combustibili fossili, gas compreso, per la produzione di energia elettrica, proponendo un uso intelligente, condiviso e democratico delle energie rinnovabili”.