“Migliaia di ettari di terreni agricoli produttivi sottratti all’agricoltura e destinati all’installazione di pannelli dell’agrivoltaico“. La denuncia arriva dal Centro studi agricoli e punta il dito contro quella che definiscono una “nuova servitù”, in questo caso energetica. “Terreni agricoli produttivi – dice il presidente dell’associazione, Tore Piana – che verranno ceduti dai sardi per poche migliaia di euro a grosse società multinazionali che in Sardegna hanno deciso di installare i pannelli”.
Se in questi mesi il tema dominante è stato quello dell’installazione di impianti eolici nelle colline dell’Isola o sul mare, secondo l’associazione non si fa troppa attenzione al tema dell’agrivoltaico. “La crisi delle produzioni agricole, l’elevata età media degli agricoltori, sta portando gli agricoltori a cedere i diritti delle superfici dei terreni agricoli fertili, a favore di immensi campi di pannelli dell’agrivoltaico – spiegano dal Centro studi agricoli -, collocati a due metri di altezza. Secondo gli esperti, le coltivazioni all’ombra di questi pannelli dovrebbero essere migliori. Una cosa è certa: questi terreni agricoli non saranno coltivati e gestiti dai sardi che oggi sono i proprietari, perché i contratti che si vedono circolare sono di almeno 20 anni e più”.
“Certo – prosegue la nota – offrire oggi 3mila euro ad ettaro per 20 anni, con la cessione del diritto di superficie, può essere apparentemente una importante fonte di guadagno, ma se ci riflettiamo attentamente il sardo può essere paragonato al passerotto che aspetta le briciole sotto i tavoli di una qualsiasi piazza, che cadono dal signorotto che mangia la bella e abbondante pagnotta. Bisogna evitare- conclude il Centro studi agricoli – questa grandissima speculazione ai danni dei sardi e all’erosione dei terreni fertili agricoli, e per farlo la Regione deve affrettarsi a approvare una legge che metta ordine a questa speculazione in atto”.
(Foto d’archivio)
