Consiglio regionale, sotto elezioni piovono dirigenti

Sedici nuovi posti da dirigente. Lo spazio si apre negli uffici del Consiglio regionale: il bando è alle porte, ma la Cisl Funziona pubblica prova a stoppare la mossa. «Questo nuovo concorso – dice il segretario Davide Paderi – suona davvero stonato con le elezioni alle porte: la struttura non ha certo bisogno di nuovi dirigenti, servono semmai altre figure, con un più basso inquadramento professionale».

Il sindacalista smonta coi numeri «l’inutilità del bando». E spiega: «Come dimostrato dagli innumerevoli studi sull’efficienza amministrativa, nel pubblico deve esserci un super coordinatore ogni 40 dipendenti (nel privato il rapporto è di 1 a 80). Ma coi sedici nuovi posti a concorso, il Consiglio regionale sardo abbasserebbe ulteriormente la soglia arrivando a contare un dirigente ogni sei dipendenti: una cosa grottesca e fuori da ogni logica amministrativa (attualmente il rapporto è di quasi 1 a 12). Peraltro: l’unico effetto sarebbe quello di mortificare la professionalità delle stesse figure apicali, che sono molto valide e di grande competenza».

Era il 30 luglio 2013, quando l’Ufficio di Presidenza del Consiglio ha deliberato il via libera al concorso (ancora da pubblicare). La determina è la numero 262. In otto hanno votato il provvedimento: oltre la presidente Claudia Lombardo, ecco il vice Michele Cossa (Rifromatori), più i questori Nello Cappai (Udc), Giuseppe Cuccu (Pd) ed Eugenio Murgioni (ex Pdl passato coi Fratelli D’Italia). Favorevoli anche i segretari Massimo Mulas (Sardegna è già domani), Antonello Peru (Pdl) e Carlo Sechi (Sel). Assenti, invece, Mario Bruno (Pd), Radhouan Ben Amara (Gruppo misto), Paolo Luigi Dessì (Psd’Az) e Antonio Pitea (Udc).

Paderi, semmai, fa un altro ragionamento: «Negli uffici del Consiglio regionale c’è bisogno di personale inquadrato in categorie inferiori, di cui è scoperto il 38 per cento dei posti previsti, come risulta dalla pianta organica aggiornata nel 2003». Il segretario della Cisl Funzione pubblica avverte: «Ma nemmeno in questo caso è necessario un nuovo bando, perché sono ancora valide le graduatorie relative ai concorsi di dieci anni fa, con immissioni in ruolo sino al 2009. Lunedì notte, il Senato ha convertito in legge il decreto 101 che proroga per altri tre anni le graduatorie esistenti».

Su tutti, Paderi se la prende con la Lombardo. «Nel 2010 – ricorda – la presidente ha bloccato un concorso per cinque dirigenti. Volerne assumere adesso ben sedici, è quantomeno contraddittorio». Il sindacalista non usa mezzi termini: «È di questi giorni la tanto sbandierata spending review applicata all’Assemblea regionale, una campagna informativa che ha tutta l’aria di essere un bengala lanciato per fare distrazione di massa. Il concorso per dirigenti, non a caso, non segue la logica del risparmio».

Nel bando atteso è stata prevista anche una correzione: inizialmente i posti riservati ai dipendenti regionali erano pari a un terzo. Adesso è venuta fuori una modifica al “Regolamento del personale consiliare”: con un cambio al comma 4 dell’articolo 8, agli interni verrebbe garantita la metà dei posti a concorso. Cioè otto, risulta dalle carte allegate alla determina 262.

Paderi chiude ritornando sul quel 38 per cento di pianta organica sguarnita. «In Regioni molto più virtuose della nostra – spiega -, il rapporto tra consiglieri regionali e dipendenti è ben più alto. Precisamente di 4,7 in Piemonte e 3,1 in Lombardia. Nella tanto vituperata Sicilia sono al 3,3, mentre in Campania al 4,5. Nel Consiglio regionale della Sardegna, invece, siamo all’1,7. Ciò significa che manca personale».

Il segretario incalza sino alla fine: «Se dunque ci devono essere assunzioni, si attinga dalle graduatorie esistenti, senza accendere fuochi di nuove speranze a poche settimane dal torneo elettorale. Le pagine tristi della politica, che sono già molte numerose, lasciamole alla storia passata».

Alessandra Carta

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