L’Isola scommette sulle start-up, dalla Regione investimenti per dieci milioni

La Regione Sardegna scommette sulle start-up, le nuove imprese ad alto contenuto tecnologico, e mette sul piatto 10 milioni di investimenti per la costituzione di un fondo di Venture Capital tramite la finanziaria regionale Sfirs. L’operazione movimenterà un importo analogo di finanziamenti ad opera di fondi di venture-capital per una partecipazione fino al 50% nel capitale delle imprese. Il progetto – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru nel corso di un convegno in Assolombarda a Milano – fa leva sul fatto che “siamo un’isola ed abbiamo da guadagnare più di altri dall’innovazione e dal digitale, che vanno oltre ai limiti geografici’. Pigliaru pone l’accento sulle “eccellenze della nostra Isola”, che vanta una “certificazione di qualità unica al mondo, data dalla longevità che in alcune nostre aree è 10 volte la media americana”. Un valore aggiunto – sottolinea – per “la nostra produzione agroalimentare”, che costituisce una delle eccellenze sarde insieme alla “sicurezza, al capitale umano, ai centri universitari e di ricerca alla digitalizzazione del territorio e alla qualità della pubblica amministrazione”. “Vogliamo evitare interventi a pioggia – conclude Pigliaru – perché se vogliamo crescere e fare innovazione dobbiamo parlare con il mondo, non rinchiuderci nella nostra Isola, e per farlo dobbiamo sostenere progetti con le dimensioni giuste, che se si sviluppo possono fare da traino per altre eccellenze”.

Il fondo di venture capital regionale interviene anche per “abbassare il rischio percepito”, afferma l’assessore regionale all’industria Maria Grazia Piras, che motiva in questo modo la decisione di prevedere “una ripartizione dei profitti più a carico del privato e delle eventuali perdite a carico della componente pubblica”. In pratica – come spiega il direttore generale dell’Assessorato Roberto Saba – “in caso di uscita negativa dall’investimento, se il ricavato è pari ad almeno il 25% va all’investitore privato, mentre se si arriva al pareggio, oltre il 56% va al privato”, a fronte di una quota di investimento ripartita al 50% tra fondo regionale e fondo di venture capital. In caso di uscita positiva, “se il ricavato è pari a 5 volte l’investimento effettuato, l’80% va al privato ed il 20% alla regione”. Tra gli obiettivi del finanziamento c’è anche la quotazione in Borsa, indicata come “percorso auspicabile” da parte dello stesso Saba. Tecnicamente la Regione ed i fondi privati entrano nell’azionariato delle start-up tramite un aumento di capitale. L’istruttoria si compie per via telematica ed il tempo massimo indicato per accedere ai finanziamenti è di 30 giorni dall’avvio della pratica.

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