L’innovazione sociale: idee, processi e relazioni ai tempi dell’intelligenza artificiale

Non solo tecnologia: nell’immaginario comune il concetto di innovazione è sempre più connesso alla crescente necessità di rispondere a bisogni emergenti. Anche se finora è rimasta legata soprattutto all’ambito tecnologico e a tutti quei processi, prodotti o modelli che intervengono per migliorare o mutare radicalmente un sistema, un’organizzazione o un bene. Ma può anche indicare uno stravolgimento dello status quo attraverso soluzioni non immediate e che rispondono a esigenze non prioritarie.

Ultimamente emerge, infatti, con forza “innovazione sociale”. Recentemente se ne è parlato a Cagliari durante l’incontro di presentazione del programma “cambiaMenti”, organizzato dallo Sportello Startup di Sardegna Ricerche, che mira a identificare e valorizzare le migliori idee imprenditoriali ad alto valore sociale e ambientale, per inserirle in un percorso verso la realizzazione di modelli di business ripetibili e scalabili.

Diverse sono le definizioni dell’innovazione sociale. Il libro bianco sul tema, di Robin Murray, Julie Caulier Grice, Geoff Mulgan, nel 2011 definisce le innovazioni sociali come “le nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei bisogni sociali (in modo più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni. In altre parole che sono buone per la società e che accrescono le possibilità di azione per la società stessa”. Ma anche quella analoga del Regolamento (UE) n. 1296/2013 dell’11 dicembre 2013 che raggruppa sotto tale termine “le innovazioni che hanno sia finalità sia mezzi sociali, e in particolare quelle che fanno riferimento allo sviluppo e all’attuazione di nuove idee (riguardanti prodotti, servizi e modelli) che rispondono a esigenze sociali e, contemporaneamente, creano nuovi rapporti o collaborazioni, fornendo un beneficio alla società e promuovendo la capacità di agire della stessa”. Definizioni in linea con quanto evidenziato dalla Commissione Europea con il programma Horizon 2020, dove si riconosce la necessità di concepire l’innovazione scientifica e tecnologica in una prospettiva sociale, attraverso una nuova comprensione dei suoi elementi determinanti.

Un argomento con tante sfaccettature, quindi, che coinvolge tutta la società e le sue esigenze. Tanto più che oggi è sempre più necessario che vengano prodotte idee, processi e strumenti innovativi tali da superare la dicotomia tra fini economici e fini sociali. Il tutto per trovare nuove soluzioni ai fabbisogni delle comunità che sono il fulcro di questo nuovo modello di innovazione. Il territorio ed il suo tessuto sociale sono ciò che fa la differenza, le relazioni sociali (il fare rete, mettersi in contatto tra mondi diversi) all’interno del territorio determinano i processi collettivi che a loro volta sviluppano la società.

I settori, i progetti. Welfare, servizi alla persona, turismo, mobilità sostenibile: sono tantissimi gli ambiti in cui si può far innovazione sociale. Un esempio è il progetto “Miniera Comune” di Alessandra Madeddu che, premiato nel 2012 a Verona da Italia Camp durante gli Stati Generali del Centro e Nord Italia, parte dalla considerazione che la Sardegna può rappresentare uno dei migliori luoghi in cui trascorrere la vecchiaia, sia per il clima che per la dislocazione geografica e propone un sistema di case comuni in grado di ospitare persone anziane autosufficienti sia turisti che residenti. Ma anche l’imprenditrice dell’innovazione green Daniela Ducato che quest’anno ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’alta onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Cavaliere). L’imprenditrice partendo dalle sottolavorazioni agricole (come latte, formaggi, lana), per anni scartate, ha costruito diverse filiere produttive come Edilana, Edilatte, Edimare ed Editerra, che producono materiali innovativi, pluripremiati, per l’edilizia senza petrolio per l’efficienza energetica e per la salute della case. Ma sono un esempio di innovazione sociale anche i FabLab come luoghi di ricerca, sviluppo, formazione ed aggregazione.

Gli eventi in programma. Durante la presentazione si è anche annunciato che a partire da gennaio 2016 si svolgeranno tre Bootcamp (Campo di addestramento), eventi organizzati con lo scopo di informare sulle opportunità offerte dal bando e di aprire il confronto con le persone interessate all’iniziativa, che saranno in tre città della Sardegna (Sassari, Oristano e Cagliari) rispettivamente il 29/30 gennaio 2016 e si discuterà di “Welfare e servizi alla persona”; , 13/14 febbraio di Cultura e creatività ed infine di Economia circolare e sostenibilità ambientale il 26/27 febbraio 2016.

L’innovazione sociale mostra come il vero cuore dell’innovazione, in un mondo sempre di più iper connesso, risieda nelle relazioni che non saranno mai completamente sostituite da una nuova generazione di sistemi operativi animati da un’intelligenza artificiale.

Alessandro Ligas

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