Centro Sardegna e “Carlo Felice” invasi da trattori e pick-up: è partito questa mattina da tre punti diversi – piazza san Nicola a Ottana, Santuario San Lussorio a Borore e bivio Paulilatino Nord – il blitz di oltre mille
agricoltori per denunciare lo stato di crisi delle campagne, dovuto non solo alla grave siccità (foto di archivio di una manifestazione 2016).
I cortei stanno procedendo molto lentamente verso il punto di ritrovo comune ad Abbasanta, provocando disagi e code lungo la Statale 131. Sui trattori e sui mezzi agricoli sono issate le bandiere gialle di Coldiretti. Ci sono anche dei cartelli appesi ai mezzi: “Chi sta in silenzio si accontenta, non noi di Coldiretti“. La mobilitazione non si è fermata nonostante le positive risposte arrivate ieri sullo blocco di 12 dei 14 milioni di euro stanziati per il settore agricolo e l’impegno sui pagamenti dei premi comunitari: non bastano per fermare la seconda manifestazione in meno di cinque mesi del mondo agricolo sardo.
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“I disagi subiti dagli agricoltori e allevatori a causa dei prodotti pagati a prezzi troppo bassi e della grave siccità non ci possono far tornare indietro dal manifestare – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu – anche se accogliamo positivamente l’impegno sui pagamenti dei premi comunitari e la decisione dell’Oilos di destinare sotto forma di de minimis ai pastori, come avevamo chiesto noi a gran voce il primo febbraio scorso, 12 dei 14 milioni stanziati dalla Regione al settore”.
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Serve qualcosa di più: “Le perdite subite dalle imprese agricole necessitano di un intervento molto più sostanzioso – rilancia Coldiretti Sardegna – servono almeno 40 milioni di euro per lenire i danni che la siccità ha causato agli allevatori e cerealicoltori”. Disagi per il traffico: “Ci scusiamo – ha detto Cualbu – ma queste è l’unica strada per riuscire ad avere risposte al grido di dolore di un comparto al collasso”.