Tirrenia, accordo Onorato-Fondo Clessidra. Il Corriere: “Sei mesi per l’acquisizione delle quote”

“Dopo mesi di battaglia a colpi di carte bollate e di denunce sui giornali ieri (il 27 dicembre, ndr) è arrivata la fumata bianca tra Vincenzo Onorato, l’armatore napoletano proprietario del gruppo Moby e il maggior fondo italiano di private equity guidato da Claudio Sposito”. La notizia – apparsa domenica sulle pagine economiche del Corriere della Sera – non è stata fino a ora commentata dalle parti in causa.

Secondo quanto riporta il quotidiano milanese, Onorato avrebbe ora sei mesi di tempo per acquistare tutte le quote di Moby e Tirrenia custodite in Clessidra, il fondo di Sposito: “Altrimenti c’è l’impegno formale alla cessione del 100% della compagnia di navigazione privatizzata sotto il governo Monti quasi tre anni fa”.

Ad accompagnare l’impegno di Onorato a rilevare le quote di Tirrenia (35 per cento) e di Moby (32 per cento) di proprietà del fondo Clessidra, sarà Unicredit. Saranno anche rilevate da Onorato le quote di minoranza della Gip di Luigi Negri (15%) e della Shipping Investment di Francesco Izzo (10%). “La sensazione – scrive il Corriere – è che l’accordo appena trovato possa fungere da soluzione-ponte da qui a giugno, quando Onorato dovrà trovare un partner industriale affidabile”.

La notizia è commentata su La Nuova Sardegna oggi in edicola dall’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana: “Da tempo la Giunta e l’intero Consiglio regionale avevano mostrato preoccupazione davanti all’ipotesi che ci fosse una posizione dominante di quasi monopolio da parte di un unico soggetto – ha dichiarato Deiana –. Questo non significa che la Regione sia ostile all’armatore di Moby. Al contrario. L’allarme sarebbe stato identico nei confronti di qualsiasi rischio di monopolio. La nostra posizione è sempre la stessa. La Regione non può, né deve, interferire nelle dinamiche societarie di una spa. E’ chiaro – ha proseguito l’assessore – che esiste una preoccupazione che il Consiglio regionale aveva formalizzato in un documento votato all’unanimità nell’aprile del 2014. In cui si metteva in evidenza come il rischio di un monopolio nei trasporti marittimi potesse rivelarsi controproducente per i sardi. E ricordo che lo stesso governo nazionale aveva mostrato più di una perplessità davanti a una possibile concentrazione societaria nell’ambito dei trasporti. Io credo che sarà l’Autorità garante per la concorrenza a stabilire se questa operazione potrà essere conclusa. Noi ci limiteremo ad applicare le decisioni di legge”.

La Tirrenia è destinataria di 70 milioni l’anno in base alla convenzione che impegna la compagnia a garantire i collegamenti su una serie di rotte, con un tetto massimo dei prezzi. “Ci sono un’altra serie di accordi – ha dichiarato Deiana – su cui discutiamo con l’attuale management di Tirrenia che dovranno essere ripresi da zero con i manager e il nuovo assetto societario. Ripeto non entro nel merito del cambio delle quote, o di assetti, a me importa solo dare un servizio efficiente e a prezzi competitivi ai sardi che devono spostarsi dall’isola”.

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