Terrorismo, Pili (Unidos): “Nel carcere di Sassari detenuti pericolosi jihadisti”

Quello di Sassari è il carcere dei terroristi dell’Isis, tra loro anche uno nella lista nera di Obama“. Lo denuncia il deputato di Unidos, Mauro Pili, che oggi ha effettuato una visita ispettiva a sorpresa nell’istituto penitenziario di Bancali. “La struttura ospita 18 terroristi islamici – riferisce Pili – nelle celle distrutte dalla violenza jaidista la tensione è alle stelle”. Secondo l’ex presidente della Regione “il braccio 8 dell’alta sicurezza è la Cayenna islamica dedicata al terrorismo internazionale”.

Pili riferisce anche delle difficoltà di un organico sottodimensionato. “Mancano 150 agenti, non c’è un interprete, le telefonate sono senza controllo”, accusa il parlamentare sardo, secondo cui “lo Stato, dopo aver dislocato i capi mafia, sceglie Sassari per scaraventare sulla Sardegna quelli che vengono ritenuti dai giudici i più pericolosi terroristi in circolazione in Italia”.

Pili racconta che oggi durante la visita in carcere si è imbattuto in “Muhammad Hafiz Zulkifal, imam di Bergamo e Brescia, tunica bianca e barba lunga tinta di rosso, il capo della cellula italiana di Al Qaeda, composta da 18 persone”, che gli avrebbe detto di “essere un predicatore radicale, non un terrorista”. Ma a Sassari Mauro Pili incontra anche Hamadi Ben Abdul Aziz Ben Ali, tunisino di 51 anni, il cui alias è Gamel Mohamed.

“Obama lo ha inserito tra i 30 più efferati criminali jaddisti al mondo”, è l’allarme di Pili. E ancora Abderrahim Moutaharrik, 27 anni, marocchino, campione di kickboxing, finito in carcere lo scorso aprile con l’accusa di terrorismo internazionale per presunti legami con l’Isis, e Yahya Khan Ridi, afghano, 37 anni, arrestato a Foggia. “Non bastavano gli 89 capi mafia reclusi nel braccio del 41 bis, da qualche settimana il braccio 8 ospita i più efferati terroristi islamici in circolazione in Italia. Metà dei più pericolosi detenuti islamici in Italia sono nel carcere sassarese – conclude Pili – la cellula di Bancali è operativa, con il silenzio e la complicità di molti”.

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