“E’ un rischio, ma sono pronto ad affrontare questa sfida, lo devo ai tanti talassemici sardi e di tutto il mondo”. Ivano Argiolas, cagliaritano di 39 anni, è il primo sardo – e uno dei quattro al mondo – a partire mercoledì per New York: un viaggio della speranza per tentare una cura rivoluzionaria che non necessita di un donatore, l’autotrapianto genetico. Si tratta di un protocollo sperimentale, una via verso la guarigione dalla malattia, la talassemia, che potrebbe dire addio alle trasfusioni. In Sardegna la patologia incide più di ogni altra regione al mondo: 13 per cento di portatori sani e 956 affetti dalla malattia.
“E’ un salto nel buio – afferma Ivano – ma sono pronto e determinato, sento il peso della responsabilità, ma dalla Sicilia e dalla Francia, dagli altri pazienti che prima di me si sono sottoposti a questo trapianto, sono arrivati segnali confortanti. Sono ottimista”. Ivano Argiolas partirà alla volta degli States con la propria compagna Francesca e Paolo Moi, Primario della II Clinica Pediatrica e del reparto Pediatrico di Thalassemia dell’Ospedale Microcitemico di Cagliari. “La talassemia è compatibile con la vita – spiega ancora Ivano – conduco una esistenza normale, ho fatto campeggi, giocato a pallone, mi sono sposato, ho divorziato, combatto per la perdita di lavoro e ora amo Francesca, la ragazza che vorrei sposare al mio rientro, tra qualche mese. Ma questo passo è determinante per poter sconfiggere la malattia”. Le famiglie sarde attendono con trepidazione i risultati di questa sperimentazione, risultato del lavoro di un’èquipe americana del Memorial Sloan-Kettering Cancer Centera cui hanno collaborato medici dell’ospedale Microcitemico di Cagliari. “Per noi ricercatoti é il coronamento di 30 anni di ricerche sul campo – afferma Paolo Moi – L’augurio è che il gesto di Ivano possa segnare un punto importante a favore della battaglia contro questo male”.