“Scuola digitale”, l’uomo del ministero indagato a Roma

Se ci sia un collegamento o meno con il progetto ‘Scuola digitale‘ made in Sardinia, lo stabilirà la Procura di Roma. Sta di fatto che il Capo dipartimento Programmazione e gestione delle risorse Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca Giovanni Biondi risulta ora indagato per abuso d’ufficio in relazione all’operazione ‘Pillole del sapere’, video di tre minuti destinati alla didattica dei bambini acquistati per 730mila euro dal Miur – col placet di Biondi – a fronte di un valore effettivo stimato in circa 12mila euro.

Il legame con la Sardegna è presto illustrato. Biondi faceva parte del pool sbarcato nel luglio 2012 a Cagliari per discutere insieme con la giunta regionale – in testa il presidente Ugo Cappellacci e l’assessore alla Pubblica istruzione Sergio Milia – sul progetto ‘Scuola digitale’. Era tra gli sponsor del ‘freno a mano’ al progetto sardo della ‘ Scuola digitale’ e sponsorizzava, al contrario, l’adesione della Sardegna alla didattica 2.0 in salsa pugliese. In evidente ritardo. E così fu.

In particolare modo, Biondi sosteneva la necessità di avere immediatamente a disposizione dei contenuti didattici. Quindi, niente più bando regionale: i contenuti si comprano belli e pronti. Perché c’è fretta. E siamo a luglio 2012. A quel punto la giunta Cappellacci avrebbe avuto solo un modo per dotare le Lim (Lavagne interattive multimediali)  di contenuti già pronti: rivolgersi alla Consip – il mercato elettronico della pubblica amministrazione  e acquistare tutti i contenuti approvati (passaggio pressoché obbligato) dall’ufficio del ministero della Pubblica istruzione guidato da Biondi.

E quei contenuti di chi erano? In larga parte della Alphabet, la società che aveva chiesto alla Interattiva di Ilaria Sbressa di produrre le ‘Pillole del sapere’. Una comica, visto che la Alphabet è posseduta al 70% dalla stessa Interattiva.

Oggi, sul portale MePA – Consip non c’è traccia di alcun contenuto digitale utile alla bisogna. Tutto è stato rimosso. Nel frattempo, Ilaria Sbressa si trova in carcere mentre la sorella Alessandra e il marito Andrea Ambrogetti, responsabile delle relazioni istituzionli Mediaset, sono ai domiciliari.

Con Biondi, iscritti nel registro della Procura di Roma, ci sono l’ex direttore generale Massimo Zennaro e Antonio Giunta La Spada, direttore dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica (Ansas).

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