Quirra, il legale di parte civile: “Al processo emergono inadempienze”

Al processo per omesse cautele contro infortuni e disastri che vede imputati otto ex comandanti del poligono di Quirra si conclude la lunga deposizione dell’ispettore di polizia giudiziaria Roberto Secchi, comparso per la terza udienza di seguito al banco dei testimoni. Dopo le domande del Pm Daniele Loi e del procuratore generale Biagio Mazzeo, spazio agli avvocati di parte civile e alla difesa. “Emerge sempre con maggiore chiarezza la presenza di una catena di comando lunga, rispetto alla quale i comandanti del poligono si trovano a valle”, commenta a margine dell’udienza il legale di parte civile Gianfranco Sollai in riferimento alle operazioni di brillamento, alle stesse esercitazioni e alle prove esplosive realizzate dal Centro Sviluppo Materiali sui gasdotti.

Non mancano poi delle novità. “Dalla testimonianza si apprende, infatti, che esistevano appositi fondi per segnalare le aree del poligono contaminate e interdire così l’accesso a pastori e animali. C’erano anche i fondi per dotare di protezioni i militari impiegati nelle operazioni di smaltimento del materiale obsoleto. Ma, secondo l’accusa, entrambe le cautele non sarebbero state prese dai vertici del poligono. Accadeva così che i pastori portassero al pascolo le greggi sopra i veleni e che i militari impiegati nei brillamenti non venissero dotati di dispositivi di protezione”, aggiunge Sollai.

Saranno, naturalmente, il proseguo del dibattimento e i giudici ad accertare eventuali responsabilità dei comandanti. A concludere l’udienza di ieri è stata proprio la difesa degli imputati, che ha cercato di dimostrare l’assenza di pericoli per l’ambiente e la salute, concentrandosi su radioattività e sui missili Milan contenenti Torio: c’è, infatti, incertezza sulla data dell’ultimo utilizzo di questi armamenti: 2000 o 2003? Al Tribunale di Lanusei, dunque, al momento si seguono due piste: da un lato si cerca di fare chiarezza sulle cautele necessarie a limitare gli impatti degli inquinanti, dall’altro lato si ritorna sulle attività svolte all’interno del poligono per verificare la portata dei danni causati dai veleni. L’ombra del disastro ambientale aleggia, dunque, sul processo che si celebra a Lanusei, sebbene la perizia del professor Mario Mariani, di cui molto si è dibattuto, ne abbia escluso la presenza.

Concetto specificato dal Gup Nicola Clivio nel luglio del 2014, quando ha disposto il rinvio a giudizio degli 8. L’atto in questione, infatti, cita in giudizio i comandanti per aver causato un persistente e grave disastro ambientale con pericolo chimico e radioattivo per la salute di decine di migliaia di animali, di decine di pastori, del personale civile e militare della base e dei numerosi cittadini frequentanti il Poligono ed i centri abitati ad esso vicini, omettendo di collocare i segnali di pericolo di esposizione di uomini ed animali ai veleni. In modo particolare, l’inchiesta ha fatto emergere che Quirra è stato teatro di continui brillamenti – termine con cui ci si riferisce allo smaltimento degli armamenti obsoleti provenienti da tutta Italia e di varie teste in guerra di missili Nike, contenenti tungsteno – dal 1984 al 2008. Queste esplosioni erano in grado di generare alte colonne di fumo e polveri, trasportate fino ai paesi dei dintorni della base militare.

All’interno del poligono, inoltre, come già emerso grazie al pm Domenico Fiordalisi sarebbero stati interrati rifiuti militari pericolosi nella discarica di Is Pibiris. A completare il mix delle attività svolte all’interno del Pisq le esplosioni di gas da parte del Centro Sviluppo Materiali. Tra il 1986 e il 2003 sarebbero, inoltre, stati lanciati 1187 missili anticarro Milan contenenti Torio, che veniva nebulizzato durante l’esplosione. Anomale quantità di torio erano state ritrovate nelle ossa delle salme dei pastori che avevano lavorato all’interno del poligono dal professor Evandro Lodi Rizzini. Sospette anche la diffusione di gravi malattie e le malformazioni che hanno colpito persone e animali. La prossima udienza è stata fissata al 30 novembre.

 

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