Reati prescritti, processo chiuso. Ultimo atto, stamane a Oristano, del procedimento sull’appalto per la videosorveglianza del comune di Seneghe, in cui era imputato l’attuale comandante del Corpo forestale della Sardegna Antonio Casula, rinviato a giudizio nel 2012 con l’accusa di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture. Secondo l’accusa, il procedimento era pilotato e le forniture assicurate dalla ditta vincitrice erano ben al di sotto di quel che prevedeva l’appalto. Casula, che al tempo era commissario straordinario del comune di Seneghe, avrebbe dovuto controllare la regolarità dell’assegnazione ma, secondo il pm Paolo De Falco, non lo fece. Da qui il rinvio a giudizio.
Oggi l’ultimo capitolo, con la sopraggiunta prescrizione dei reati fatta rilevare dalle parti – pm Armando Mammone in sostituzione di De Falco, trasferito – al giudico monocratico Francesco Mameli. Nessuno degli imputati ha rinunciato alla prescrizione e chiesto, quindi, di proseguire il processo per un giudizio nel merito. Nel procedimento, l’unico ad aver riportato una condanna a otto mesi, nel 2012, è stato il funzionario ad interim dell’ufficio tecnico di Seneghe Antonio Cadoni, che aveva chiesto e ottenuto il patteggiamento.
“Siamo soddisfatti – ha dichiarato l’avvocato Dario Masala, che difendeva uno degli imprenditori a processo, Simone Dessena – anche perché durante la fase dibattimentale il nome del mio assistito non è mai emerso in alcun atto e questo ben dimostra l’estraneità dell’imprenditore rispetto ai fatti contestati”.