Maltrattamenti e violenze contro disabili, inchieste in tutta Italia

Quello di Decimomannu non è un caso isolato: maltrattamenti, violenze e ingiurie contro disabili e pazienti ricoverati nei centri di assistenza pubblici e privati sono, purtroppo, ampiamente documentati nel nostro paese. Solo nel mese di febbraio, includendo la vicenda Aias, ci sono state quattro inchieste.

A Roma dieci persone sono state arrestate l’8 febbraio scorso con l’accusa di maltrattamento e sequestro di persona: lavoravano nel centro di Riabilitazione di Grottaferrata, nel reparto dedicato a pazienti affetti da patologie neuropsichiatriche. A segnalare le violenze, in questo caso, erano stati gli stessi vertici della società che gestisce la struttura: grazie a intercettazioni ambientali e telecamere gli inquirenti hanno documentato percosse, strattonamenti, insulti su pazienti giovani, anche minorenni, in cura per epilessia e ritardi mentali. Uno degli indagati, accusato di avere segregato tre pazienti nelle loro stanze, è in carcere, gli altri nove sono agli arresti domiciliari.

Carcere e domiciliari anche per 18 dipendenti della residenza per anziani nel Vercellese, a Borgo d’Ale: pazienti maltrattati, presi a schiaffi e pugni, lasciati in terra e calpestati, costretti a picchiare gli altri degenti, rinchiusi nelle loro stanze. Sarebbero dodici le persone vessate ma gli episodi di violenza contestati addirittura trecento. “Dietro una facciata di funzionalità si nascondeva un luogo di torture, soprusi e orrori”, hanno dichiarato gli inquirenti. A far scattare le indagini, concluse il 19 febbraio (quattro giorni dopo il blitz all’Aias di Decimomannu) con i 18 arresti, le denunce di un familiare che ha notato segni di violenza sul corpo della figlia. Come a Decimo e a Roma, anche qui sono state fondamentali le telecamere di sorveglianza.

A Parma i pazienti di Villa Alba, casa famiglia privata che ospita anziani, erano minacciati anche con coltelli. Alcuni di loro venivano tenuti a letto sedati, altri picchiati e umiliati, potevano usare i bagni solo in determinati orari ed erano privati della libertà, tenuti in uno stato di soggezione e paura.. Una paziente che da giorni non rispondeva alle sollecitazioni esterne, non mangiava e non beveva, era stata lasciata così senza richiedere alcun aiuto medico per paura che venisse ricoverata e quindi sottratta alla struttura, con la conseguenza di perdere la retta mensile. In questo caso la denuncia che ha fatto scattare le indagini è arrivata da una ex paziente. La titolare della struttura e le sue due collaboratrici sono ora agli arresti domiciliari.

Francesca Mulas

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