“Quando cominceremo a reagire sul serio e tutte insieme alla costruzione di una simile idea di donna?”. Comincia con un post su Facebook la querelle che ha visto ieri schierate da una parte la scrittrice Michela Murgia e dall’altra il quotidiano L’Unità.
Alla base del litigio (virtuale) c’è l’ultima copertina del mensile Marie Claire con la foto di una modella magra, magrissima. Sul social network l’ira della Murgia: “disgusto” per l’immagine di una donna troppo magra scelta come simbolo di bellezza femminile, “non la donna in sè, ma l’estetica della borderline (emaciata, triste, scomposta e esangue) elevata a modello”.
A poche ore di distanza segue “Anoressica a tua sorella”, l’editoriale di Alessandra Serra, ricercatrice universitaria, sull’Unità, che scrive: “Ci dovremmo interrogare sulla legittimità di certe invettive, che loro malgrado coinvolgono una donna reale, una persona, ma non solo. Riguardano milioni di donne spesso a disagio col proprio corpo adolescente ed esile, che non hanno il seno di una maggiorata, che non hanno le forme di una diva sexy. È un’idea di emancipazione femminile, quella della Murgia, offensiva e pericolosa, perché passa per quella pratica di body shaming (l’insulto a vergognarsi del proprio presunto difetto fisico) che è una delle derive peggiori della cultura del nostro tempo”.
La Serra prosegue: “Un patrimonio delle donne contemporanee è quello di avere capito che la bellezza sta nelle forme più diverse del nostro corpo, sia esile, sia abbondante, sia rugoso, sia smagliante. E che lo sparare su una ragazza giovane a colpi di pubblico ‘disgusto’ pensando che non sia reato, solo perché svolge una professione socialmente ambita e prestigiosa, è un altro svarione culturale”.
E conclude con un affondo finale indirizzato proprio alla Murgia: “L’ultima cosa che avrei voluto leggere è il disgusto di una scrittrice famosa per aver visto le mie braccia esili e le miei fianchi da maschietto. Penso alle ragazze magre e insicure di oggi che hanno visto quel post di Michela Murgia, e dico a loro, fregatevene, tutta invidia”.
Subito dopo arriva un nuovo commento della scrittrice: “Se davanti alla complessità di un discorso sul simbolico femminile, il contributo massimo è ‘Sei invidiosa’, è evidente che ci troviamo davanti a un non-interlocutore. E comunque ogni volta devo sforzarmi di non pensare che quel giornale l’ha fondato Nino, per non stare male di stomaco”.
Sullo scontro in serata è intervenuta anche Francesca Barracciu, sottosegretaria alla Cultura, che prende posizione contro la Murgia: “Sottoscrivo ogni parola e ogni virgola dell’articolo dell’Unità”.
(aggiornato alle 19 del 18 ottobre)