Maninchedda all’attacco della gallina prataiola: “Blocca la Sassari-Olbia”

“Attacco combinato di orchite a giravolta bilaterale e di diverticolite nervosa dopo la lettura dei giornali”. Così l’assessore ai lavori pubblici Paolo Maninchedda, in un post pubblicato ieri mattina sul suo blog Sardegna e Libertà, sintetizza l’effetto che gli ha prodotto una notizia appresa la sera prima dagli uffici della Regione. Un modo un po’ aulico per dire che qualcosa gli ha fatto girare le palle. Ma cosa? La gallina prataiola.

La presenza di questo animale, infatti, determinerà uno slittamento di mesi dei lavori di ristrutturazione della Sassari-Olbia. Si tratta – in base alle normative ambientali – di attendere la conclusione del suo ciclo riproduttivo. E l’assessore trova che ci sia una sproporzione assoluta tra le esigenze della gallina e quelle dei cittadini, che attendono da anni la conclusione dei lavori.

Secondo Maninchedda, tra l’altro, c’è più di un motivo per dubitare che i lavori in questione (si tratta dello spostamento di una linea elettrica) possano effettivamente disturbare la nidificazione della gallina prataiola che, sottolinea, “nessuno ha mai visto frequentare i cigli delle strade, né i 500 metri circostanti, giacché tutti sanno che è un uccello sospettosissimo”.

E qua l’ironia diventa feroce. Maninchedda rileva che nella Regione c’è evidentemente chi ritiene che esistano “le galline autostoppiste”. E conclude che a questo punto è il caso di gridare in coro “Viva, viva la gallina”. “Ovviamente – aggiunge – nessuno fa la cosa di buon senso che occorrerebbe fare e cioè andare a vedere se nell’arco del territorio interessato dallo spostamento della linea si sia mai vista una gallina e se mai si sia trovato un nido di gallina prataiola in prossimità di quella strada”.

Ma Maninchedda non è il solo avversario del bipede. Come rileva in una nota il Gruppo d’intervento giuridico, ce l’ha con la gallina prataiola anche Paolo Clivati, titolare della centrale termoelettrica di Ottana attraverso la Ottana energia Spa, il quale di recente si è lamentato perché la riconversione al carbone della centrale dovrà essere sottoposta alla Valutazione di impatto ambientale. La “Via”, ha commentato Clivati “dovrà includere valutazioni, ora effettivamente non considerate, come quella sul “successo riproduttivo della popolazione di Gallina prataiola”. E poi ha aggiunto: “la Società si è già attivata per cercare i più aitanti Galli disponibili nei pollai del territorio”.

Questa ironia non è piaciuta al Gruppo di intervento giuridico. Che, in una nota diffusa ieri sera, critica sia Maninchedda, sia Clivati. Rispetto a quest’ultimo, ricorda che è già indagato “per gravi fenomeni di inquinamento”. Quanto a Maninchedda, il Grig osserva: “Dimentica,  l’Assessore che i lavori sono attesi e ritardano da almeno trent’anni e vanno avanti da un bel paio di anni. E non si tratta certo di ritardi imputabili alla Gallina prataiola, ma a bipedi privi di ali che affollano i corridoi degli Assessorati regionali e dei Ministeri statali”.

“Decenza vorrebbe – conclude il Grig – che rispettasse e non delegittimasse il lavoro dei funzionari del Servizio regionale sostenibilità ambientale e valutazione impatti (S.A.V.I.), al pari dell’ex Presidente della Regione Ugo Cappellacci che pretendeva dallo stesso Servizio regionale il parere favorevole allo stravolgimento del piano paesaggistico regionale in presenza di una procedura farlocca di valutazione ambientale strategica (e oggi indaga la magistratura in proposito). Un filo conduttore unico, l’arroganza.  La nostra piena solidarietà ai funzionari del Servizio regionale sostenibilità ambientale e valutazione impatti”.

 

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