No Trident, Teulada blindata. Manifestanti nella base

di Pablo Sole e Monia Melis

18.30. La giornata di protesta è terminata, la maggior parte degli attivisti si è allontanata dalla zona attorno alla base militare del Sulcis. I tre autobus partiti questa mattina da Cagliari stanno tornando in città.

17.40. Nel frattempo nel lato esterno della base circa venti manifestanti sono stati raggiunti dai poliziotti in assetto antisommossa. “Hanno dato qualche manganellata – ha raccontato un altro attivista rimasto fuori – Ma ci siamo ben difesi e nel giro di poco la carica è terminata. Abbiamo aspettato i nostri compagni uscissero e alla fine siamo qui vittoriosi”.

17.30. Una manifestante: “Appena siamo entrati nella base – ha raccontato uno dei ragazzi – siamo stati subito fermato dai militari che hanno comunicato alla centrale operativa della base il nostro ingresso. Dopo pochi minuti non abbiamo più sentito gli spari e l’esercitazione è stata interrotta. Gli uomini dell’esercito ci hanno chiesto i documenti. Chi non li aveva ha lasciato le proprie generalità e dopo circa un’ora siamo usciti”.

17.20. C’era anche una madre con le sue due figlie nel gruppo di dieci che è riuscito a entrare nella base di Teulada sfruttando un buco nella rete. Subito sono stati bloccati dai militari della base, arrivati con una camionetta e quindi raggiunti da una pattuglia dei carabinieri. Quando il primo gruppo è entrato erano in corso i cannoneggiamenti della Trident Juncture.

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15:50. Nel momento in cui sono entrati i 10 manifestanti, circa 150 persone stanno proseguendo in una sorta di comizio improvvisato. Intanto alcuni stanno ripiegando gli striscioni, e si dirigono verso le macchine per tornare a casa.

15:30. Confermata la notizia: dieci manifestanti hanno oltrepassato il confine della base. Sono stati presi in consegna dalla polizia militare, che ora sta procedendo alla loro identificazione. Arriverà una denuncia per aver oltrepassato il confine militare, e finite le formalità di rito saranno liberi di andare. Di fronte al confine ci sono altri manifestanti, circa una quarantina, che si mantengono però al di fuori della base.

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No Trident, gli scontri e le cariche della Polizia

15.00. Alcuni manifestanti hanno detto al megafono che alcuni sono riusciti a varcare i confini del poligono.

14.50. Cariche contro gruppuscoli che hanno lasciato il corteo tentando di raggiungere uno stradina che arriva a spiaggia. Qualcuno ha proseguito altri stanno tornando indietro. Il corteo è fermo a circa 2 km da Porto Pino.

14.50. Il corteo al momento è fermo. Partito un piccolo inseguimento da parte della Polizia nei confronti di pochi manifestanti che si sono allontanati dalla strada asfaltata. Bloccata dai poliziotti la strada che dallo stagno porta verso la base, sbarrato l’accesso.

 

14.35. Le vie d’accesso allo stagno confinante con la base militare sono tutte bloccate. In lontananza il fumo delle esercitazioni militari della Trident Juncture all’interno del perimetro del poligono. Il tempo è scandito dal rumore delle esplosioni.

BOMBEcopia

14.25. Il serpentone di manifestanti sta arrivando alla spicciolata al bivio di Porto Pino.

13.40. Il corteo è atteso al bivio di Porto Pino, l’arrivo è previsto tra poco. Nessuna tensione particolare al momento. Continuano ad esser scanditi gli slogan tradizionali antimilitaristi e contro la presenza della Nato nell’Isola: “A fora sa Nato de sa Sardigna”.

13.00. Tutti tornano indietro verso Porto Pino in unico corteo di circa 500 persone. Alcuni manifestanti hanno passato un blocco attraverso i campi per poi riprendere la strada asfaltata.

12.45. Anche i manifestanti arrivati con i pullman si stanno muovendo. I due cortei si stanno quindi riunendo.

 

 

 

12.15. Il corteo è arrivato al bivio Is pillonis e tra poco dovrebbe a breve imboccare la strada verso Masainas, proprio verso i pullman bloccati, comunque ancora lontani. Due i furgoni cellulari alle spalle di circa trenta poliziotti in assetto antisommossa.

12.00. Partito il corteo: i partecipanti – diverse centinaia – marciano da Porto Pino fino al punto in cui sono bloccati gli autobus. Secondo le prime informazioni tra i manifestanti arrivati in autobus sono state individuate due delle persone che, nei giorni scorsi, hanno avuto il foglio di via. Sono stati portati in una caserma a Giba e poi lasciati andare.

GUARDA IL VIDEO/ Il suono de sa trunfa davanti ai poliziotti in assetto antisommossa

11.40. I controlli sugli autobus sono apparentementi terminati. Due su tre autobus sono bloccati, ancora in corso le verifiche su documenti dei manifestanti a bordo. I mezzi sono fermi al bivio tra Teulada, Sant’Anna Arresi e Is Domus.

11.20. Parla Michele Atzori, del Circolo Chavez: “Questa è la dimostrazione che lo Stato vuole boicottare la manifestazione. Si tratta di ostruzionismo, il clima è davvero pesante. Ma questa – si sappia – è solo la prima di una giornata di lotta contro le servitù militari”.

11.00. Decine di auto sono state bloccate, alcune perquisite. Allestiti dei veri check point, le operazioni sono piuttosto lunghe. Alcuni manifestanti, scoraggiati, hanno deciso di fare marcia indietro. A decine aspettano di capire che succederà.

 

10.40. A tutti i partecipanti sono stati chiesti i documenti, probabilmente si verifica la presenza delle persone che sono state raggiunte nei giorni scorsi dal foglio di via.

Ore 10.30. Imponente il dispiegamento di forze dell’ordine, la base militare di Teulada è blindata. Non solo: controlli in tutti i varchi di accesso alla spiaggia di Porto Pino, verifiche in corso sui documenti e identificazione delle persone (nella foto di un manifestante). I partecipanti vorrebbero raggiungere il mare – punto di concentramento – ma tutti i varchi sono presidiati dalle forze dell’ordine che ne impediscono l’accesso.

Ore 10. Arrivano i primi autobus dei manifestanti: spuntano bandiere con i quattro mori e striscioni con slogan contro le servitù militari.

 

GUARDA LA PHOTOGALLERY DEL CORTEO:  I volti, le bandiere, gli slogan del corteo a Teulada

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