C’è un nuovo filone d’inchiesta sugli appalti per la realizzazione dei Grandi eventi e del G8. Gli esponenti della ‘cricca’, l’ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci, l’imprenditore Diego Anemone e l’ex dirigente del ministero dei beni culturali, Gaetano Blandini sono stati rinviati a giudizio per concorso in corruzione dal gup Maddalena Cipriani che ha accolto la richiesta dei pm Roberto Felici e Ilaria Calò. Il processo inizierà il 30 settembre.
I lavori oggetto della vicenza giudiziaria sono quelli del mancato G8 2009 alla Maddalena, in Sardegna, dei mondiali di nuoto, a Roma e le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Balducci avrebbe fatto assegnare ad Anemone gli appalti per un importo complessivo di 300 milioni di euro, in cambio l’imprenditore avrebbe finanziato opere cinematografiche dove recitava il figlio di Balducci, Lorenzo. Blandini avrebbe invece ottenuto – in cambio dei finanziamenti pubblici alle società di produzione cinematografiche legate al figlio di Balducci – denaro o lavori dall’imprenditore Anemone. Questa la triangolazione ipotizzata.
In particolare, secondo l’accusa, Balducci, da capo di Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitivita’ del Turismo in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, “avendo fatto aggiudicare dal 1999 e fino al 2008 una serie di appalti pubblici ad Anemone per un importo intorno ai 300 milioni di euro”, nell’ambito dei programmi relativi al G8, ai Mondiali di Nuoto 2009 e alle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unita’ d’Italia, avrebbe ottenuto “in cambio dallo stesso imprenditore ripetuti finanziamenti finalizzati a produrre opere cinematografiche nelle quali inserire il figlio Lorenzo nel ruolo di interprete”. Blandini, dal canto suo, “avendo concesso o fatto concedere quale dirigente del ministero (fino al 2008) ripetuti finanziamenti in favore di società di produzione cinematografica per la realizzazione dei film interpretati dal figlio di Balducci, otteneva in corrispettivo, tramite Anenome, ripetute utilità”, quali lavori o consegna di materiali da imprese di fiducia dell’imprenditore presso la sua abitazione per un importo di 9 mila euro oltre alla vendita, a prezzo agevolato, di un’auto per la moglie.