Furgone sulla folla, strage a Barcellona Dolore nella comunità sarda

È al momento di 13 morti, secondo il governo catalano, il bilancio dell’attentato avvenuto oggi pomeriggio poco dopo le 17 a Barcellona. Almeno 50 i feriti, alcuni in condizioni disperate. Un furgone Fiat, proveniente da una stradina laterale delle Ramblas, Carrer del Bonsucces, ha bruciato un semaforo rosso ed è salito sul marciapiede, falciando la folla per circa 600 metri. In un primo momento si pensava che l’uomo alla guida del furgone si fosse barricato all’interno di un ristorante poco lontano dal famosissimo e frequentatissimo mercato della Boqueria, ma la polizia ha smentito. L’uomo che ha noleggiato il van utilizzato per la strage, sempre secondo le forze dell’ordine, è stato arrestato. Di origine magrebina e già noto alle forze dell’ordine, non è ancora stato appurato se fosse alla guida del furgone. Altri due attentatori sarebbero in fuga, secondo quanto riferito dalla tv catalana.

“Avrei dovuto raggiungere la zona delle Ramblas per lavoro intorno alle 17.30 ma chiaramente, appena è arrivata la notizia dell’attentato, sono rientrato in ufficio – racconta Carlo, un cagliaritano che da novembre vive e lavora a Barcellona -. Un mio collega invece ha visto la scena in diretta, mi ha detto che è stato terribile. La comunità dei sardi in città è molto nutrita, amiamo molto Barcellona e questa è una ferita terribile”.

Intanto, poco dopo la strage, è avvenuta una sparatoria in Avinguda Diagonal e un poliziotto è stato raggiunto da un proiettile. Secondo le prime informazioni, l’agente si trovava con alcuni colleghi a un posto di blocco quando un furgone ha ignorato l’alt e subito dopo è partita la sparatoria.

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“Quando è arrivata la notizia ero a scuola, non lontano dal luogo della strage – racconta Edward, un cagliaritano, nel capoluogo catalano da fine luglio -. È stato terribile, abbiamo acceso la televisione e ancora adesso stiamo seguendo la diretta”. Anche Laura vive a Barcellona da diversi mesi. In trasferta per lavoro a Siviglia, tornerà in città nei prossimi giorni ed è sconvolta: “Terribile, non ci sono parole. Io sono fuori città per lavoro, vedere le immagini in tv è stato devastante. Per fortuna sono riuscita a mettermi in contatto con la mia famiglia, che sta a Cagliari, e a sentire gli amici sardi che stanno a Barcellona. Nessuno tra loro è rimasto coinvolto”.

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