Aziende del settore e associazioni dei disabili unite per denunciare presunte inadempienze gravi della Home Care Solutions, l’azienda di Pontedera, in Toscana, che si è aggiudicata l’appalto quadriennale della Regione Sardegna da 13 milioni di euro per le forniture ortoprotesiche. “Un appalto che fa acqua da tutte le parti”, hanno detto senza mezzi termini il portavoce della Fioto (Federazione italiana degli operatori in tecniche protesiche) Salvatore Ruggiu e il presidente Gianni Moi nel corso di una conferenza stampa, denunciando una lunga serie di disservizi di cui si sarebbe resa responsabile la Home Care Solutions.
Ruggiu e Moi hanno parlato in particolare di tempi di consegna biblici, assenza nelle fasi di consegna del tecnico ortopedico che dovrebbe occuparsi dell’adattamento dell’ausilio e spiegarne l’uso all’utente, consegna di ausili e presidi ortopedici senza imballo e spesso sporchi, mancata sanificazione degli ausili usati e medici prescrittori esclusi dal collaudo obbligatorio. Irregolarità, hanno spiegato ancora il portavoce e il presidente della Fioto, confermati anche da un’indagine affidata a una società investigativa privata.
Della vicenda la Fioto ha interessato anche le procure della Repubblica di Cagliari, Sassari, Oristano e Lanusei con un esposto presentato già nell’estate del 2017 per chiedere accertamenti sulla corretta esecuzione del contratto facendo riferimento a due precise ipotesi di reato: frode in pubbliche forniture e esercizio abusivo della professione di tecnico ortopedico.
“In gioco non c’è soltanto la salute ma anche la dignità degli utenti”, hanno ribadito Alfio Desogus e Annamaria Cadeddu, rispettivamente presidenti delle associazioni ‘Fish’ (Federazione Italiana per il superamento dell’handicap) e ‘Charcot-Marie-Tooth’ (malattie rare) che riuniscono oltre 50 associazioni di disabili che operano in tutta l’Isola. “L’appalto unico non sta danneggiando solo gli utenti ma anche le aziende sarde del settore, che hanno registrato un crollo dei fatturati pari al 30/40% e cancellato una ventina di posti di lavoro”, hanno concluso Ruggiu e Moi lanciando un appello alla Regione, che finora non ha dato alcuna risposta, per la convocazione a breve termine di un tavolo tecnico con tutte le parti interessate.