Consegnato il Mamuthone ad honorem al navigatore Gaetano Mura

“Alle cime ci sono abituato, vi posso prendere al lazzo”. Scherza il navigatore oceanico Gaetano Mura ieri a terra, a Mamoiada, con la maschera dei Mamuthones e le corde degli Issohadores quando riceve l’onorificenza dalle mani del sindaco del paese barbaricino Luciano Barone. Forti gli applausi dopo la lettura della motivazione: “Per essere stato ambasciatore nel mondo della propria identità sarda ed aver affrontato con determinazione, preparazione e passione gli oceani e le avversità che un’impresa di tale portata comportano, conquistando nel mondo dello sport una fama internazionale sempre mantenendo forti e radicati i rapporti con la Sardegna”.

Ha solcato gli oceani più inospitali, durante le numerose transoceaniche, ma sempre con uno sguardo a terra il velista di Cala Gonone. Non è un caso alla partenze del tentativo di giro del mondo dell’anno scorso erano presenti Mamuthones e Issohadores. Si sono rivisti ieri durante la proiezione di un filmato che sintetizza le navigazioni estreme del navigatore oceanico. La cerimonia nel consiglio comunale straordinario è stata preceduta dalla visita al museo delle maschere e nella degustazione delvino cannonau del paese barbaricino. Gaetano Mura si è detto onorato per questo premio e della forte attenzione della comunità verso le sue imprese oceaniche. Il primo cittadino di Mamoiada Luciano Barone ha invitato alla cerimonia la sindaca di Dorgali, il paese del navigatore, Maria Itria Fancello. Un legame anche tra le due comunità.

Il riconoscimento è stato istituto dall’Amministrazione Comunale nel 2003 e ha visto protagonisti personalità sarde che hanno tenuto alto nel mondo il nome e l’identità culturale della Sardegna. Prima di Gaetano Mura sono stati insigniti del “Mamuthone e Issohadore ad honorem”: Giovanni Lilliu, Francesco Cossiga, Giovanni Usai, Paolo Fresu, Maria Giacobbe, Gian Luigi Gessa, Pinuccio Sciola, Giovanni Maria Bellu, Gianfranco Zola, Bachisio Bandinu, Flavio Manzoni, Rossella Urru, gli Operai di Ottana Polimeri e Caterina Murino.

 

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