Momenti di tensione nella casa di reclusione di Is Arenas, ad Arbus: insulti e gesti di minaccia contro il personale di servizio. Solo grazie all’intervento dei poliziotti penitenziari presenti nella struttura si è riusciti con molta fatica ad effettuare la chiusura delle camere di detenzione è riportare l’ordine e la sicurezza all’interno della diramazione centrale: molti non volevano più tornare in cella, riportando la situazione di apparente normalità. A darne notizia è il coordinatore regionale di FP-CGIL Polizia penitenziaria Sandro Atzeni, secondo il quale “quel che è accaduto è gravissimo, anche in relazione all’atteggiamento assunto da molti detenuti”. Non sarebbe un caso isolato. In passato, la data è quella del 6 aprile, circa una decina di detenuti – ricorda il sindacato- tra cui quattro tra i più facinorosi hanno iniziato a sbattere con violenza i blindati delle camere di pernottamento ed a inveire contro il personale di Polizia Penitenziaria in servizio diramazione centrale. La FP CGIL Polizia Penitenziaria chiede agli Uffici Dipartimentali “urgenti provvedimenti a tutela dei poliziotti penitenziari che lavorano nella Casa di Reclusione di Is Arenas Arbus e della stessa vivibilità nella struttura detentiva”. La Cgil chiede un’inversione di rotta. “Le carceri- continua la nota del sindacato – sono più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. Non ci si ostini a vedere le carceri con occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, sono decuplicati gli eventi critici in carcere”.
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