Cabras, tombaroli in azione nel cantiere di Mont’e Prama

Tombaroli in azione nel cantiere archeologico di Mont’e Prama (Cabras, Oristano), ma tornano a casa a mani vuote. È accaduto durante la notte. I ladri erano probabilmente in cerca di manufatti rari, come vasi di ceramica e ornamenti, con l’idea di venderli (magari anche all’estero). Ma è andata male e all’interno della tomba non c’era niente di prezioso da trafugare.

Sono stati i gli archeologi della Soprindentenza dell’Università di Sassari e Cagliari a scoprire il fatto, questa mattina. Erano impegnati da cinque mesi nello scavo del sito, lo stesso nel quale 40 anni fa hanno rivisto la luce Giganti di Monte Prama, le celebri sculture nuragiche in arenaria trovate casualmente nel 1974. È scattata la denuncia ai carabinieri di Cabras, che hanno immediatamente dato il via alle indagini per l’identificazione dei responsabili. Sul luogo sono intervenuti anche i militari del Nucleo per la tutela dei Beni culturali di Sassari.La tomba interessata era stata individuata nei giorni scorsi, insieme ad almeno altre due compagne, tutte protette da una pesante lastra di arenaria che i trafugatori hanno spostato per accedere al contenuto dei sepolcri. Si sono poi fatti strada a colpi di piccone, e hanno cercato di mettere tutto apposto prima di lasciare il sito

Alessandro Usai e Raimondo Zucca, (rispettivamente responsabile del cantiere e archeologo dell’Università di Sassari) hanno riaperto la tomba in tarda mattinata per trovare soltanto i resti frantumati di uno scheletro, e poco altro. “Non possiamo dire se l’hanno distrutto i tombaroli stanotte o se era così da chissà quanti secoli”, riferiscono. La maggior parte delle tombe scavate negli anni 70 erano infatti prive di corredo funerario.Lo scavo delle tombe ritrovate sarebbe dovuto cominciare proprio domani mattina. Vi parteciperanno una equipe di bioarcheologi coordinata dal prof. Salvatore Rubino, dell’Università di Sassari.

Pili: “Franceschini si dimetta”. “L’aver lasciato gli scavi di Monti Prama senza alcuna protezione e tutela, alla mercé di tombaroli e delinquenti, è un fatto di una gravità inaudita proprio per l’imponenza del lavoro che gli archeologi stavano portando avanti in condizioni di assoluta ristrettezza finanziaria e operativa”. Lo afferma il deputato di Unidos, Mauro Pili, che chiede le dimissioni del ministro Dario Franceschini.

“La profanazione di quel sito è un atto criminale – attacca Pili – ma lo è ancora di più averlo lasciato senza alcuna sicurezza. Per questo motivo se fossimo dinanzi ad un governo serio il Ministro Franceschini si dovrebbe dimettere per negligenza considerato che non è mai stata attivata alcuna seria precauzione a tutela della straordinaria campagna di scavi che era in corso. Oltre due mesi fa denunciai la gravissima situazione degli scavi di Monti Prama, senza risorse finanziarie e senza alcuna protezione. Era evidente che si trattava di uno Stato strabico e disattento. La risposta ridicola a quella mia denuncia fu un sopralluogo intempestivo e inutile del delegato di Franceschini che non solo non fece niente per affrontare la questione ma ebbe la demenziale idea di portare un Gigante al Quirinale. Pensavano alle passerelle quirinalizie – prosegue l’ex presidente della Regione – ma hanno ignorato la gravissima situazione degli scavi. Ora è giusto che se ne assumono sino in fondo le conseguenze che sommate al disastro della necropoli di Bonorva non possono che portare alle dimissioni di un governo incapace di intervenire su fatti di questa rilevanza. Per quanto mi riguarda, anziché utilizzare la Brigata Sassari per mettere al sicure le strade romane, si usi l’esercito per presidiare e tutelare la grande civiltà nuragica della Sardegna”.

Firino: “Pronto sistema di sorveglianza”. Pienamente consapevole del problema della vigilanza del sito archeologico di Mont’e Prama, a Cabras (Oristano), ma più in generale di tutti i siti archeologici dell’isola che negli anni sono stati depredati dai tombaroli, l’assessore regionale dei Beni Culturali, Claudia Firino, ha annunciato di avere già attivato uno studio mirante ad una soluzione “che non sia solo di risposta all’emergenza ma che, in tempi brevi, crei un sistema organico ed efficiente di protezione e vigilanza dell’intero patrimonio archeologico della Sardegna”, ha sottolineato l’assessore dopo la notizia del raid di tombaroli, la scorsa notte, nell’aerea dove 40 anni fa furono ritrovati i famosi Giganti di arenaria.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share