Nel cosiddetto “repartino” – area detenuti pericolosi – del carcere nuorese di Badu ‘e Carros da settembre c’è anche Leoluca Bagarella, 72 anni, nome di spicco di Cosa Nostra, cognato di Totò Riina. In una cella, insieme a un altro detenuto, deve scontare vari ergastoli. La notizia si legge nelle pagine de L’Unione sarda oggi in edicola. È stato trasferito a settembre da Parma, in totale riserbo. Ora, dalla Barbagia continua la sua lotta contro le misure del carcere duro. In una lettera destinata al magistrato di sorveglianza segnala le cattive condizioni della cella, in particolare il bagno “alla turca” a pochi metri dal letto. In altre occasioni durante le udienze dei processi ha letto alcuni comunicati di protesta in puntava il dito contro i politici per non aver mantenuto fede ai “patti”.
Bagarella è attualmente sotto accusa al processo sulla trattativa Stato – Mafia. Tra le condanne quella per la strage di Capaci in cui morì il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e la scorta. A suo carico anche l’uccisione del piccolo Giuseppe di Matteo, nipote di un pentito, sciolto nell’acido nitrico.
In Sardegna, nel carcere di Nuchis, in Gallura, a pochi chilometri da Tempio Pausania i detenuti per reati di mafia sono 200. Struttura modello per i progetti di reinserimento, ma anche all’attenzione della Dda di Catania secondo cui l’ordine per alcuni omicidi è partito proprio tra le mura del penitenziario sardo.