La Procura di Tempio sta facendo di tutto per accelerare le indagini sull’alluvione che in Gallura ha fatto contare nove morti (sui sedici totali). Di questi, in tre hanno perso la vita sulla Olbia-Tempio, ma gli ufficiali di Polizia giudiziaria, incaricati dal procuratore capo Domenico Fiordalisi e dal pm Riccardo Rossi, non hanno ancora trovato i documenti che cercavano.
All’appello mancano intanto i collaudi statici, quelli che hanno autorizzato la percorribilità della strada. Ma l’ordine di sequestro è scattato sull’intera gara d’appalto: dai progetti alle ditte che si aggiudicarono i lavori, scrive La Nuova Sardegna oggi in edicola. Per questo gli investigatori si stanno passando al setaccio gli uffici delle Province di Sassari e della Gallura, visto che sino al 2005 il territorio di Olbia-Tempio era amministrato da Sassari.
Le perquisizioni sono state disposte anche all’Anas, dopo la denuncia presentata dai vicini di casa di Francesco Mazzoccu, l’operaio di 35 anni che ha perso insieme al suo bambino Enrico, nella campagne olbiesi di Raica. I vicini hanno denunciato che un cantoniere dell’Anas si è rifiutato di soccorrere padre e figlio. La Procura, con il procuratore capo Domenico Fiordalisi e il pm Riccardo Rossi, ha disposto il sequestro di statini e relazioni di servizio per accertare chi fosse in turno quel drammatico 18 novembre, il lunedì nero dell’alluvione.
I fari restano puntati anche sullo scantinato di Arzachena, dove è morta un’intera famiglia brasiliana: padre, madre e due figli adolescenti. E’ stata già individuata la proprietaria della cantina che potrebbe finire presto sul registro degli indagati.