Questo fotografo è una bestia!

Fra le tante frasi attribuite a Henry Cartier Bresson ce n’è una molto attuale: “Chiunque può scattare fotografie. Sull’Herald Tribune ho visto quelle di una scimmia che si destreggiava con una Polaroid, con la stessa abilità di molti proprietari di quella macchina”. Ora la cronaca ci ricollega a questa citazione con un episodio accaduto alcuni anni fa, tornato s’attualità dopo in lungo strascico giudiziario.

I fatti in sintesi sono questi: tre anni fa il fotografo naturalista inglese David J. Slater era in Indonesia per fotografare i macachi. Uno di questi, più intraprendente degli altri ed evidentemente interessato alla tecnica fotografica, ruba una delle fotocamere lasciata incautamente incustodita dal fotografo, riuscendo, prima di restituire l’attrezzo al legittimo proprietario, a scattare diverse foto, fra cui alcuni “selfie” niente male.

La foto fa il giro del mondo e viene pubblicata anche da Wikimedia Commons. Il fotografo, rivendicando per sé i diritti d’autore, ne chiede il pagamento o l’immediata rimozione dell’immagine, ottenendo il netto rifiuto da Wikipedia. L’autore, sostengono non è David J. Slater ma il macaco il quale, non essendo un soggetto giuridico, non è titolare di diritti, ergo la foto è di dominio pubblico.

Segue un lungo processo finito in questi giorni con una sentenza che dà torto al fotografo che, secondo il tribunale americano, non può avanzare diritti per il solo fatto di essere proprietario della fotocamera e di averla impostata secondo le corrette modalità di scatto.

Questa storia merita una riflessione sulle moderne fotocamere. Tanto perfette da riconoscere i volti, i sorrisi, gli occhi chiusi. Una fotografia automatica che i progettisti stanno rendendo sempre più indipendente da chi manovra lo strumento.

Ma questo episodio, fra il comico e il grottesco, fa riflettere anche sul senso del Copyright in tempi come questi, dove tutto viene condiviso in rete in maniera incontrollata. Certo dispiace per David J. Slater che, forse, aveva qualche ragione per rivendicare diritti. Ma spiace ancora di più per il macaco-fotografo, vero e determinato autore dell’opera, liquidato come soggetto “non titolare di diritti d’autore”. Fra tanti che fotografano da cani (se ne vedono in giro un’infinità) tutti titolari di diritti, questa è l’ingiustizia più grande.

Enrico Pinna

[La fotografia è tratta da Wikimedia Commons e, nel rispetto del diritto d’autore, viene riprodotta per finalità di informazione, critica e discussione ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis e 101 comma 1 Legge 633/1941.]

 

 

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