IL DIARIO/ 2 All’Osservatorio del parco dell’Asinara: a caccia di ‘pennuti’ migratori

Lo zoologo Alberto Fozzi, collaboratore di SardiniaPost, trascorrerà sei giorni all’osservatorio faunistico di Tumbarino nel Parco Nazionale dell’Asinara per una ricerca sulle migrazioni degli uccelli attraverso la tecnica dell’inanellamento. Ogni giorno, stilerà un diario con il lavoro della giornata, le emozioni e le immagini. Di seguito quello del 9 ottobre.

La sveglia è appena prima dell’alba, doccia e colazione nella sala comune dove si pianifica la giornata in relazione alle condizioni meteo previste. Ovviamente i discorsi già di prima mattina vertono sulle specie che dovrebbero transitare con la speranza più o meno espressa di catturare qualche rarità. Ora sui profili social dei vari centri di inanellamento è facile tenersi aggiornati e si fa a gara a chi posta più rarità dalle Alpi all’isola di Ventotene dove l’ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambiente) ha realizzato un museo sulle migrazioni, per finire in Svezia o nelle remote isole scozzesi. Finalmente ci si divide per compiere il giro delle reti che si estendono per 300 metri lineari suddivise nella macchia mediterranea circostante l’osservatorio. Il primo giro dopo l’alba è quello che generalmente produce il maggior numero delle catture mediamente la metà del totale giornaliere. L’attesa non viene tradita e al rientro sono ben una quarantina gli uccelli da inanellare, ognuno nel proprio sacchetto di tela. Il protagonista è un Assiolo, un piccolo gufo insettivoro che migra verso i quartieri di svernamento africani, anche se un piccolo contingente sverna anche in Sardegna.Ci osserva con i suoi grandi occhi gialli, forse non troppo contento, di primo mattino, di tutte queste attenzioni. Lo posiamo su un albero fuori dall’osservatorio e si invola con calma per proseguire il suo viaggio. Dopo l’intermezzo dell’Assiolo si passa ad inanellare celermente pettirossi, capinere e codirossi spazzacamini. Il ritmo della giornata è scandito dai giri che vengono realizzati ogni ora sino alle ore 20, quindi ben 12 e alla fine della giornata ciascuno di noi avrà percorso almeno cinque chilometri!

 

osservatorio olbia

Quando non si è impegnati ad inanellare si riordinano i dati, Ilaria e Pasqualina compilano il database utilizzando il software apposito sotto la supervisione mia e di Stefania, quindi rimane poco tempo per annoiarsi. Ci si ritrova alla sera a consultare ancora le previsioni meteo e dopo l’ultimo giro di controllo intorno alle 22 si va a dormire, domani sarà un altra lunga giornata. Ripenso ancora agli occhi gialli dell’Assiolo che mi fissano e agli occhi attenti di un bimbo di circa sei anni, in visita all’osservatorio con la famiglia, che incuriosito mi chiede a cosa serva la scatola di legno alle mie spalle. Gli spiego che serve per liberare gli uccelli senza costringere l’inanellatore ad alzarsi dalla sua postazione, come un tubo di lancio per fargli riprendere il volo. Gli occhi del bimbo si illuminano e mi chiede se posso liberare così il prossimo uccello che inanello, lo accontento di buon grado e va via contento di aver visto volar via così il Pettirosso, anche questi piccoli gesti fanno parte della giornata dell’inanellatore.

 

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