Le Necropoli in Sardegna: da nord a sud dell’Isola i segni di un’antica civiltà

Una vacanza in Sardegna non vuol dire soltanto mare e natura, significa anche immergersi nelle tradizioni e nella storia millenaria di un territorio. Sono tantissime le aree archeologiche che possono essere visitate, molte sono luoghi unici in tutta l’area del Mediterraneo, necropoli di incredibile bellezza cariche di mistero e storia.

Villaperuccio – Necropoli di Montessu

Situata nel Comune di Villaperuccio, la necropoli di Montessu è considerata tra le più grandi di tutta la regione. E’ composta da 40 tombe che si snodano lungo pareti rocciose e sembrano seguire nella loro disposizione un orientamento ben preciso verso est-ovest come se ripercorressero il movimento del sole dall’alba al tramonto. Secondo gli studiosi l’area fu utilizzata dalle varie popolazioni che abitarono la Sardegna attraversato i millenni, dal neolitico finale (3200-2800 a.C.) all’Età del Bronzo antico (1800-1600 a.C.). Il parco di Montessu ospita anche due imponenti nuraghi e giganteschi menhir alti circa cinque metri, mentre in tutto il territorio sono presenti diverse testimonianze archeologiche. Importante la presenza delle Domus de Janas al cui interno sono tati rinvenuti corredi funerari e affreschi che celebrano dea madre e il dio toro. Da visitare assolutamente le cosiddette tombe-santuario al cui interno non passa inosservata la simbologia delle spirali, un antico simbolo di vita, morte e rinascita. Da visitare anche la tomba del dio Toro così chiamata per le corna scolpite sulle pareti e sul gradino d’ingresso o quella di “sa Cresiedda” così chiamata per le sue dimensioni e le colonne che richiamano le chiese cristiane, oppure la “Tomba de is Proccus”.

Nurra – Necropoli Su Crucifissu Mannu

Situata ai confini meridionali del territorio di Porto Torres la necropoli di Sìu Crucifoissu Mannu sono un tesoro archeologico di inestimabile valore e bellezza. Il complesso funerario fu scoperto nel 1956 durante i lavori per la costruzione dell’acquedotto ed è composto da 22 tombe con una pianta architettonica articolata in anticella, cella e una serie di vani che si aprono lungo le pareti della cella principale. Secondo gli studiosi risalgono al Neolitico Recente, durante la Cultura di Ozieri, tra il 3200 e il 2800 a.C. Ma la necropoli ha continuato ad essere utilizzata fino all’Età del Bronzo, durante la Cultura di Bonnanaro, tra il 1800 e il 1500 a.C. Proprio i reperti recuperati all’intero delle tombe relativi a questa fase sono di notevole importanza storica visto che anticipano l’ascesa della civiltà nuragica. Tra i tanti reperti di notevole interesse sono quelli relativi ai rituali funebri dell’epoca, come i crani trapanati, la cui pratica è ancora un mistero.


Mores – Dolmen di Sa Coveccada

E’ è il più grande di tutta la Sardegna: maestoso e imponente è ben visibile già a distanza. La sua forma a casetta è il simbolo del luogo in cui è stato realizzato. Il Dolmen di Sa Coveccada si trova a circa 5 chilometri a sud-est del centro abitato di Mores e si può raggiungere percorrendo la strada provinciale per Ittireddu-Bono. con un tragitto che porta l’automobile a soli 400 metri dalla tomba. Tuttavia, per via della sua nascosta ubicazione, è consigliabile ottenere informazioni in loco. è ed è ben visibile a distanza: con la forma “a casetta” ancora intatta rappresenta il simbolo di Mores. Il monumento per le sue particolari caratteristiche è considerato uno dei più importanti e interessanti esempi di costruzioni megalitiche del Mediterraneo. Ha una pianta rettangolare con un portello sulla fronte. Realizzato in trachite tufacea, ha una lunghezza di circa 5 metri, una larghezza di 2,50 metri e un’altezza di 2,70 metri. La camera interna ha una forma rettangolare, è lunga poco più di 4 metri e larga circa uno. La camera è delimitata da due grossi massi laterali e la tomba è chiusa con una lastra piatta di copertura chiamata “coveccada” nel dialetto logudorese, che significa “coperta”. All’interno sono presenti nicchie per le offerte, un elemento questo che conferma come all’interno si tenessero cerimonie e rituali.

Necropoli di Anghelu Ruju, city of Alghero, province of Sassari, Sardinia


Alghero – Necropoli Anghelu Ruju

E’ stata scoperta quasi per caso nel 1903 ed è stata nel corso degli anni oggetto di numerose campagne di scavo che hanno portato alla luce 38 Domus de janas. La necropoli di Anghelu Ruju è considerata tra le più importanti testimonianze sepolcrali preistoriche di tutto il nord Sardegna e ospita, infatti, uno dei più grandi cimiteri preistorici dell’Isola. E’ situata si trova a coirca dieci chilometri dal mare nell’entroterra di Alghero non troppo distante dal rio Filibertu. Le 38 tombe scoperte fino ad oggi, secondo gli studiosi, sono state utilizzate da diverse culture che vanno dal Neolitico Recente fino alla prima età del Bronzo. In alcune di queste si possono ammirare bassorilievi, incisioni e simboli risalenti a Neolitico ed Eneolitico mediterraneo. Numerosi reperti recuperati durante le varie campagne di scavo ultimate nel 1967 sono attualmente conservati al museo MŪSA Museo Archeologico di Alghero.  

Sardegna Turismo

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio

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