La storia della Sardegna raccontata attraverso i monumenti delle città

Resti di antiche civiltà, insenature e scorci che la natura ha realizzato quasi per caso, palazzi, sculture e bellezze create dalle mani e dall’ingegno dell’uomo nel corso del tempo. Sono innumerevoli i monumenti e le bellezze di cui la Sardegna fa tesoro. Da sud a nord dell’Isola, dai grandi ai piccoli centri è possibile ammirarli e visitarli, catturando con uno smartphone piccoli frammenti di storia da portare per sempre come preziosi ricordi.

CAGLIARI Il capoluogo sardo è ricco di tesori da scoprire e riscoprire. Ci sono però alcune tappe che ogni visitatore dovrebbe fare. Prima fra tutte la Basilica di Bonaria. Il santuario, costruito negli anni dell’assedio del Castello pisano di Cagliari da parte degli Aragonesi, tra il 1324 e il 1325, è forse uno dei più importanti monumenti di Cagliari ed è simbolo della città. È uno dei primi edifici che si vedono dal mare, non è infatti un caso che la Madonna di Bonaria sia stata proclamata patrona dei naviganti.

Altro simbolo della città è la Torre dell’Elefante, così chiamata per la presenza di una scultura in marmo a tutto tondo raffigurante appunto un elefante. La torre rappresenta la parte meglio conservata delle fortificazioni costruite dai Pisani tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo intorno alla città. L’edificio, che raggiunge un’ altezza di 35 metri, fu completato nel 1307 dall’architetto, Giovanni Capula.

Prima di lasciare Cagliari, non può mancare una passeggiata al Poetto, ma soprattutto una foto alla Sella del Diavolo, monumento naturale simbolo della città, scenario scelto da chiunque voglia far capire di essere stato a Cagliari.

SASSARI Per chi si trova a Sassari non può mancare una visita al castello aragonese costruito intorno al 1330 durante delle due ribellioni di Sassari agli aragonesi: sarebbe dovuto servire a controllare la città. Successivamente, accantonata la sua funzione militare, divenne sede dell’Inquisizione a partire dal 1564.

Simbolo della città turritana, che non può assolutamente non essere fotografato è la Fontana di Rosello. Realizzata tra il 1603 e il 1606 in stile tardo-rinascimentale, rappresenta lo scorrere dei mesi e delle stagioni. Ha dato il nome al quartiere realizzato nel 1930 ed è stata scelta dalle Poste Italiane nel 1975 per far parte della serie dei francobolli “Fontane d’Italia”.

Se si ha il tempo di allontanarsi da Sassari bisogna assolutamente andare a vedere la basilica della Santissima Trinità di Saccargia, nel territorio di Codrongianos, considerata la più importante e spettacolare chiesa medievale della Sardegna. È in stile romanico-pisano, la veste bicroma la rende simile alle chiese umbro-toscane dello stesso periodo.

ORISTANO A Oristano e nell’oristanese in genere non può mancare il giro delle torri. Prima fra tutte la Torre di Mariano II o di San Cristoforo, fatta realizzare nel 1290 dal giudice arborense Mariano II. Situata in piazza Roma, è alta 19 metri ed era una delle quattro porte di accesso alla cinta muraria della città.

A est della cinta muraria – tra via Mazzini e vico Solferino – c’è invece la Torre di Portixedda, è stata costruita in due momenti diversi. Osservandola dall’esterno, infatti, è ben visibile la base circolare che fa supporre che l’edificazione risalga al periodo della dominazione spagnola, ma recentemente all’interno è stata scoperta una base quadrata che potrebbe spostare al XIII secolo l’inizio della costruzione della torre.

Andando fuori città, a pochi chilometri da Oristano, non può mancare una visita alla Gran Torre di Torregrande, realizzata tra il 1542 e il 1572 come baluardo per difendere la città. È di forma cilindrica, sulla parte più alta si trova il faro ancora oggi funzionante. È considerata una delle più imponenti torri costiere della Sardegna.

NUORO Ricca di suggestioni letterarie e artistiche è la tappa a Nuoro. L’ itinerario può partire dalla casa- museo del premio Nobel, Grazia Deledda, per estendersi alla grande piazza intitolata a un altro illustre cittadino, il poeta Sebastiano Satta, impreziosita dalle pietre scolpite dal geniale e visionario artista di Orani, Costantino Nivola.

Il capoluogo barbaricino ha dato i natali anche a Salvatore Satta, autore del capolavoro “Il Giorno del Giudizio”. Sfogliando le pagine dei romanzi di Deledda e Satta si giunge allo storico ed elegante caffè Tettamanzi per una bibita rinfrescante in estate o un tè caldo nella stagione fredda.

Musei e monumenti raccontano la storia, le tradizioni, l’ identità della città. Il Man, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, accoglie nelle sue sale, personali di artisti di caratura internazionale.
Il Museo del Costume, prestigioso museo etnografico con le sue sale tematiche, offre uno spaccato sulla vita tradizionale dell’Isola, il lavoro, i momenti di festa, l’ alimentazione, la religiosità. Occasione per ammirare gioielli, amuleti, cassapanche, tappeti, ancora le misteriose maschere del Carnevale barbaricino, il pane- gioiello. Da non perdere poi la ricostruzione di una cumbessia e la vetrina dedicata alla Grande Festa Campestre, tributo all’opera del grande pittore Giuseppe Biasi.

Sardegna Turismo

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio

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