Barumini, Paulilatino, Ossi e Fonni: l’archeologia nuragica diventa un viaggio

Nuraghi, pozzi sacri, tombe dei giganti e domus de janas. La vita e la morte nella Preistoria sarda, patrimonio monumentale di una civiltà che è stata tra le più evolute nel Mediterraneo. In questo viaggio attraversiamo la Sardegna usando come bussola proprio l’eredità che dall’età del Bronzo è arrivata sino ai giorni nostri concentrandosi in mille anni di storia, dal 1700 al 700 a.C., quando nell’Isola si sta chiudendo l’età del Ferro.

IL PERCORSO. Come riferimento geografico, dividiamo la Sardegna in quattro province: Sud Sardegna, Oristano, Sassari e Nuoro. Per ciascuna costruiamo un itinerario, a misura di vacanze, di ferie e di passioni. Per amore della conoscenza, perché tanta bellezza merita di essere conosciuta e divulgata, ma anche vissuta e toccata con mano. L’associazione ‘La Sardegna verso l’Unesco’ è da tempo al lavoro perché i nuraghi diventino patrimonio dell’umanità, vista la loro unicità ma anche la capacità di attraversare il tempo e le intemperie, e anche una certa incuria degli stessi sardi, se si considera che la valenza culturale di questa immensa ricchezza solo da qualche decennio è interessata a lavori di recupero e valorizzazione. Il nuragico è un formidabile viatico per riportare la nostra Isola al centro del Mediterraneo facendo leva proprio sulle occasioni di sapere che offre attraverso la riscoperta di un’archeologia senza uguali per numero di monumenti arrivati intatti o quasi sino ai nostri giorni.

SUD SARDEGNA. Usando Cagliari come base, il complesso nuragico più importante della provincia è quello di Su Nuraxi a Barumini, che è riconosciuta patrimonio dell’Unesco già dal 1997. La scoperta si deve a Giovanni Lilliu, l’archeologo, paleontologo e politico italiano che è stato il massimo conoscitore della civiltà nuragica. L’area archeologica ha preso forma a partire dal XV secolo a.C. e consta di un esteso villaggio di capanne costruito nel corso di un migliaio di anni. Si tratta di un luogo unico nel suo genere che prova l’esistenza di una comunità strutturata, addirittura divisa in classi sociali. A Barumini, una cinquantina di chilometri da Cagliari, si parla di nuraghi complessi perché sono costituiti da più di una torre. Ma anche considerando quelli semplici, in tutto il territorio di Su Nuraxi ce ne contano una trentina. Strutture maestose e meravigliose sospese nel tempo.

L’ORISTANESE. Anche qui la visita è imperdibile. Parliamo del Pozzo sacro di Santa Cristina che si trova nell’omonimo parco archeologico, situato nel Comune di Paulilatino. La costruzione del tempio a pozzo viene fatta risalire nell’XI secolo a.C. C’è un recinto di forma ellittica, chiamato témenos, che separa l’area sacra da quella profana. Al pozzo si arriva percorrendo venticinque gradini che si stringono verso il basso. La particolarità della struttura è data dagli architravi di copertura, formati da blocchi tutti uguali che creano un effetto a scala rovesciata. Il pozzo sacro vero e proprio ha invece una pianta circolare. Il monumento di Santa Cristina è in ottimo stato di conservazione. L’archeologo Lilliu lo definì “principesco” e scrisse che “rappresentava il culmine dell’architettura dei tempi delle acque”.

Santa Cristina Well

IL SASSARESE. Le domus de janas sono ugualmente tombe preistoriche scavate nella roccia. Il nome è in sardo. Tradotto in italiano, significa “casa delle fate”. La leggenda infatti vuol che fossero queste creature dalla pelle delicata – abiti rossi, collane d’oro e fazzoletti ricamati con fili d’argento così venivano descritte – ad abitarle. Creature di bassa statura, viste le dimensioni delle stesse domus. Nel piccolo Comune di Ossi, una manciata di chilometri da Sassari, se ne contano ben diciotto, divise in due gruppi. Il complesso si chiama Mesu ‘e Montes. L’ingresso è orientato a sud-est, una collocazione ricorrente per i tempi di sepoltura, come raccontiamo sotto per le tombe dei giganti a Fonni. La necropoli di Ossi copre un arco cronologico che va dal Neolitico finale al Bronzo medio. I lavori di sistemazione dell’area sono tuttora in corso. Gli scavi risalgono al 1985.

IL NUORESE. La civiltà nuragica ha lasciato a Fonni, nel nuorese, le tombe dei giganti, ovvero luoghi di sepoltura che nella vallata del fiume Madau, da cui prendono il nome, costituiscono una vera e propria necropoli. Fonni si trova nella Sardegna centrale, la zona geografica è la Barbagia di Ollolai. Siamo nel Comune più alto dell’Isola, che svetta sino a mille metri. Almeno la parte abitata. Le sepolture sono quattro e tutte rivolte a sud-est. Lilliu le ha scavate e restaurate tra il 1982 e il 1984. La necropoli di Madau è nella lista dei trentuno monumenti per i quali ‘La Sardegna per l’Unesco’ chiede il riconoscimento come patrimonio dell’umanità. La loro costruzione è collocata verso la fine dell’età del Bronzo. Di sicuro la terza tomba è stata allineata a partire da un monumento precedente, segno che nella zona la vallata di Madau era considerata il luogo funerario per eccellenza. Il percorso alla scoperta di nuraghi, pozzi sacri, tombe dei giganti e domus de janas permette di conoscere diversi aspetti dell’Isola e di scoprire il territorio e la sua storia nella sua totalità.

Sardegna Turismo

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio

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