Ucraina, i bambini sfuggiti dalla guerra diventano baby promesse del calcio

Allenamento nei campi del parco di Monte Claro con la maglia del Cagliari per i ragazzini ucraini scappati dalla guerra e accolti in Sardegna dalla società rossoblù.

Sono 19, hanno più o meno tredici anni e, grazie a un progetto che coinvolge il club, Caritas diocesana di Cagliari e i Salesiani Don Bosco di Selargius, stanno “studiando” da calciatori in Sardegna diretti dallo staff delle giovanili del Cagliari.

“Un progetto di accoglienza – ha detto don Marco Lai – che guarda al ragazzo nella sua interezza, dal ritorno agli studi a incontri di formazione. È in questo caso si aggiunge anche l’aspetto ludico sportivo. Una luce in mezzo a questo buio pesto che è la guerra. Lo sport diventa un’opportunità per costruire la cultura della pace”.

A bordo campo anche il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini e il presidente della Lega di Serie A, Lorenzo Casini. “Mi fa piacere essere qui oggi- ha detto Giulini- perché questo è un progetto importante: i ragazzi, che giocavano nelle giovanili di una squadra di A ucraina del livello simile ai nostri, possono continuare con gli allenamenti e allo stesso tempo imparare una nuova lingua, un bagaglio culturale che i ragazzini si porteranno dietro tutta la vita. Speriamo di poter continuare ad accogliere anche altri bambini, anche quando quest’onda emotiva sarà meno forte di adesso”.

Soddisfatto anche Casini: “Un’iniziativa molto importante su cui la Lega sta insistendo molto. Sono grato al Cagliari per quello che sta facendo. Come Lega stiamo promuovendo diverse iniziative e mettendo a sistema quello che stanno facendo i club”.

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