È sbarcato anche a Cagliari il progetto nazionale “Il CalciaStorie”, promosso da Lega Serie A e Uisp per diffondere la cultura dell’integrazione e della tolleranza. L’ex attaccante David Suazo, tecnico delle giovanili del Cagliari e assistente di Ivo Pulga, ha incontrato un centinaio di ragazzi del liceo classico “Dettori”, sottolineando che “la lotta contro la discriminazione deve partire proprio dalle scuole e dai ragazzi”. “E’ molto importante avere un diretto contatto con persone straniere e imparare a conoscere le loro culture – ha proseguito il tecnico honduregno -. Sono molto contento di far parte del progetto Il Calciastorie che considero molto efficace per aprire la mentalità di chi frequenta gli stadi e gli stessi campetti dove giocano le squadre giovanili, anche perché spesso attraverso i ragazzi si parla anche alle loro famiglie”. “Siamo soddisfatti perché vediamo che c’è un grande ritorno di entusiasmo da parte dei ragazzi, che spero possano trasmettere i valori dell’integrazione ai loro coetanei, con passione e curiosità”, ha affermato Roberto Stecca, della Lega Serie A. Il responsabile internazionale Uisp, Carlo Balestri, ha sottolineato che il progetto cerca di andare oltre il racconto sportivo e di “parlare di calcio attraverso le storie reali di uomini e donne, dentro e fuori il campo di gioco. Storie spesso eroiche che passano in secondo piano rispetto alle cronache dei fatti sportivi. Storie di vita che contribuiscono a fare grande il calcio, a renderlo educativo ed esemplare anche in termini di interculturalità”. Uno spunto per i ragazzi coinvolti ne “Il CalciaStorie” è arrivato da Matteo Marani, direttore del Guerin Sportivo e autore del libro “Dallo Scudetto ad Auschwitz”, che racconta la vicenda sportiva e umana di Arpad Weisz, allenatore ungherese di origini ebraiche, vincitore di due scudetti con il Bologna, morto nel campo di concentramento nel 1944.
Lorenzo Durzu, presidente Uisp Cagliari, e Salvatore Farina, presidente Uisp Sardegna hanno sottolineato come lo sport non sia “soltanto uno strumento per il benessere fisico e la ricerca del risultato, ma anche per la valorizzazione dei principi di accoglienza e inclusione”. Marcello Garbati, dirigente scolastico del Liceo “Dettori”, ha testimoniato che “il progetto è stato accolto con molto interesse e si ricollega ad altre esperienze didattiche svolte in questi anni. La lotta alla discriminazione è sicuramente da trattare in ambito educativo e la scuola è in prima linea perché è un luogo di confronto delle diverse culture”.