Il Cagliari perde contro la Spal, la sconfitta è un campanello d’allarme

Il ko di  Ferrara il giorno dopo,  a sangue freddo. A ventiquattro ore dallo 0-1 con una Spal nettamente inferiore sul piano tecnico, è per il Cagliari  il momento di leccarsi le ferite e cercare di fare un serio esame di coscienza.  Una sconfitta già alla terza di campionato suona come un campanello d’allarme, lo stesso che aveva trillato anche nelle due partite precedenti a Como e in casa con il Cittadella. Ma i risultati finali positivi avevano fatto passare in buona parte sotto silenzio le note dolenti. Il pareggio in riva al lago era giunto in pieno recupero al 93simo con un jolly pescato in extremis dal bello addormentato nel campo, Gaston Pereiro;  in casa la vittoria con i veneti è maturata ancora nel finale dopo essere stati a lungo in svantaggio e messi in riga dagli avversari.

Il ritrovato entusiasmo per le prime due partite con  quattro punti in saccoccia,  hanno posto in secondo ordine quello che è invece il problema principale: una squadra che ancora non c’è, mentre ci sono invece i limiti di sempre. La difesa ballerina e la mancanza di un regista tecnico e carismatico condizionano l’auspicata evoluzione della compagine rossoblù. Mister Liverani ha detto, nel post-partita, di essere rimasto ampiamente soddisfatto dalla prova dei suoi, che la squadra ha giocato bene, che ha dominato sul campo. Ci permetta, il tecnico rossoblù, di dubitare che questo sia realmente il suo pensiero e non dichiarazioni di facciata, perché ci sarebbe allora  da preoccuparsi.

Sarebbe forse più realistico dire, da parte del mister, che ci sta lavorando e che se finora non è riuscito a plasmare uno schieramento convincente, ci sono fattori oggettivi che giocano contro. Tipo non sapere su quali giocatori potrà contare da giovedì, giorno di chiusura del mercato. Nandez rimane o va via? Per la fascia difensiva destra dovrà fare buon viso a cattivo gioco con Zappa e il giovane Di Pardo?  I difensori centrali saranno ancora gli attuali,  protagonisti di amnesie ed errori disarmanti? E del regista che non c’è, vogliamo parlarne? È stato acquistato Viola su richiesta di Liverani,  ma poi si scopre che l’ex Bologna (dove ha giocato pochissimo) non è quello che serviva. Tant’è che il mister gli ha preferito finora Makoumbou e poi Deiola, che è tutto dire. La speranza è che sia solo un problema di condizione fisica accettabile da parte di Viola, diversamente sarebbe il ripetersi di imperdonabili errori già commessi negli ultimi anni nella campagna acquisti. Altra domanda a cui verrà data risposta giovedì, è la permanenza di Pereiro: sarà ceduto o dovrà obbligatoriamente restare perché non si trovano acquirenti? La società sembra aver fatto una scelta con l’ingaggio di Filippo Falco (che dovrebbe arrivare oggi o domani), ottimo elemento di piede mancino, abile sull’esterno nell’uno contro uno, ma anche in posizione più accentrata. Il suo alter ego sarà Zito Luvumbo, unica sorpresa positiva di questo inizio campionato, assieme ad Antoine Makoumbou. Con Mancosu e l’altro recente acquisto Millico per la fascia sinistra (da far giocare a piede invertito), oltre al promettente ragazzino Desogus,  il settore avanzato è abbondante e forse completo.    

Tornando però  alla sconfitta di Ferrara, crediamo che anche Liverani abbia avuto le sue responsabilità ritardando fino al 71simo di calare le carte a sua disposizione in panchina per cercare di recuperare lo svantaggio. Nel dopo partita ha detto che  la squadra, rimasta in dieci da metà del primo tempo per l’espulsione di Di Pardo, reo di un dissennato e inutile fallo a centrocampo, era compatta, stava reagendo bene e non abbisognava di cambi. E no, caro mister, ci permetta di dissentire e spieghiamo il perché.  Solo a quindici minuti dalla fine ha inserito la mina vagante Luvumbo, che già con il Cittadella aveva cambiato il volto alla partita in salita. Troppo tardi, crediamo, il ragazzo angolano ha dimostrato che anche stavolta avrebbe potuto spaccare la partita. Ha fatto espellere l’avversario diretto che non riusciva a tenerlo se non con le cattive  e ha  messo scompiglio nella retroguardia veneta. Non esiste la controprova, ma chissà che se lo avesse fatto entrare a inizio secondo tempo, forse non saremmo qui parlare di una sconfitta e circondati da una serie di dubbi e da un ambiento depresso. Forse è un bene che la prima sconfitta sia arrivata subito.  Se la società ha capito cosa dover fare per raggiungere l’obiettivo del ritorno in serie A, ha tempo fino a giovedì. Le dirette avversarie (vedasi Genoa) per risalire subito nella massima serie, hanno già fatto capire quali siano le loro intenzioni. Sarà il caso di non perderle di vista, la serie B è lunga e difficile, e non rispetta nessuno.  

Luciano Onnis     

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