La frittata è servita: il Cagliari scivola verso il baratro della retrocessione perdendo per 1-0 lo scontro-spareggio con il pari livello Genoa. Due squadre che anche oggi hanno mostrato di essere meritevoli entrambe della posizione in classifica che occupano.
Adesso la posizione dei rossoblù di Mazzarri si è fatta estremamente critica. Dopo la vittoria con un Sassuolo, le prospettive erano apparse perfino rosee e, come da quelli che ne sanno, il Cagliari era sarebbe diventato padrone del proprio destino. Vero, verissimo. Ma come temuto, la squadra del presidente Giulini ha mancato per l’ennesima volta l’appuntamento che avrebbe potuto essere decisivo in termini di salvezza. Come alla Spezia e a Udine (e in tutto il girone di andata), Joao Pedro e compagni hanno confermato di essere una squadra caratterialmente fragile, tecnicamente mediocre e limitata agonisticamente. Si sapeva che a Genova sarebbe stata una partita da dentro o fuori: è finita che dentro sono ricomparsi i genoani (che però rimangono anche loro seri candidati alla retrocessione), nuovamente risucchiata e nel profondo rosso la squadra di Mazzarri.
La forza delle due squadre rossoblù e il loro calendario fa poco ben sperare. La Salernitana, avversaria che il Cagliari dovrà sfidare nella loro tana (ben più rovente di quella di Marassi), è lanciatissima e sta mettendo in campo una rabbia e una determinazione esemplari. Inoltre, devono recuperare una partita facile facile, contro il Venezia che sembra aver già accettato la retrocessione. La carta vincente dei campani è quella del suo allenatore, grande motivatore e capace di togliere vino buono anche dall’acqua sporca. Da ultimi in classifica e dati per retrocessi già da alcuni mesi, stanno facendo il miracolo. Il presidente Giulini e il Ds Capozucca avevano invece puntato su un allenatore vintage come Walter Mazzarri pensando che potesse essere da traino a un organico deficitario e del tutto inadeguato a certi livelli, ma il progetto è totalmente fallito.
Il risultato è che adesso il Cagliari è lì, a un passo dal baratro. I presupposti per una salvezza sono piuttosto labili. È pur vero che finché non è la matematica a emettere la sentenza di condanna, c’è sempre da sperare. I tre punti di vantaggio su Genoa (che non sta meglio del Cagliari), sono realisticamente solo sulla carta. Contano invece, eccome, i tre sulla Salernitana, che ha ormai i cagliaritani a portata di mano. Pronti a sbranarli fra due turni. I campani hanno un calendario favorevolissimo e il vantaggio sul Cagliari anche in una ipotetica classifica avulsa. Chi crede ancora nel miracolo e nelle capacità di risorgere dei giocatori di Marrazzi, merita un encomio per la fede infinita, l’ottimismo e la speranza in una squadra che da due anni si salva per il rotto della cuffia.
Quello visto a Marassi è stato per lunghi tratti uno spettacolo calcistico inguardabile, la sagra degli errori da entrambe le parti. Il Cagliari, paradossalmente, ha avuto anche l’occasione per andare in vantaggio per tre volte, con Joao Pedro (palo), Keita e Marin. Ma la scarsa dimestichezza con il gol, pari solo a quella del Genoa, ha lasciato la partita per 90 minuti sullo 0-0, quasi a voler significare il voto in pagella alle due squadre in campo. Tantissimi i passaggi sbagliati in ogni settore del campo, la pochezza tecnica degli uomini di Mazzarri ha reso vani anche alcuni rinvii della difesa. Solo palloni rilanciati alla rinfusa senza un’idea di gioco, giustificate solo se in campo ci fosse stato Pavoletti e non il peso piuma Keita, regolarmente anticipato o spazzato come un fuscello a ogni contatto fisico. Mazzarri non è stato bravo a dare l’input vincente ai suoi giocatori, pensando forse che un pareggio sarebbe potuto bastare per tenere a distanza in classifica proprio i genoani.
Allo scadere la solita beffa: la difesa si addormenta e un avversario qualunque li infilza. C’è il sospetto che Mazzarri e squadra non avessero ben valutato la vittoria della Salernitana sulla Fiorentina all’ora di pranzo. Anche un punticino oggi non sarebbe bastato, perché pur tagliando fuori il Genoa, il fiato sul collo dei campani era diventato intanto una maestralata. E questa buriana rischia adesso di spazzare via chi era ritenuto arbitro del proprio destino e che sta gettando invece alle ortiche ogni residua chance di salvezza.
L.On.
GENOA (4-2-3-1): Sirigu; Frendrup, Bani, Ostigard, Vasquez; Sturaro (82 Yeboh) , Badelj; Galdames, Amiri (46 Destro), Portanova (61 uomundson); Ekuban (61 Melegoni). (All:Blessin)
CAGLIARI (3-5-2): Cragno; Altare, Ceppitelli (83 Walukiewicz), Carboni; Bellanova (Nandez), Deiola, Grassi (78 Rog), Marin, Dalbert; Joao Pedro, Keita (74 Pavoletti). (All:Mazzarri)
Arbitro: Valeri
Reti: 90 Badelj
[foto: www.cagliaricalcio.com]