La Sardegna è una terra di conquista per le imprese che arrivano da oltre Tirreno e si conferma un mercato chiuso per le imprese sarde, in particolare nel settore degli appalti pubblici. Nell’isola il 61% del numero delle procedure d’appalto, che si concentra nella fascia di importo più piccola, vale solamente il 10% della spesa destinata ai lavori pubblici. All’estremo opposto, gli appalti di importo superiore ai 5 milioni di euro valgono oltre il 46% della spesa pubblica a fronte di un peso in termini numerici pari a poco più dell’1%.
Sono i dati forniti durante il seminario “Internazionalizzazione negli appalti pubblici: le opportunità per le imprese sarde”, che si è svolto a Sassari, organizzato dallo Sportello Appalti Imprese di Sardegna Ricerche con Promo PA Fondazione e Poliste. “Le imprese sarde hanno la necessità di guardare a più ampio raggio, di puntare ai mercati esteri”, ha sottolineato Gavino Sini, presidente della Camera di Commercio di Sassari, che ha ospitato l’evento.
“Bisogna essere strutturati, è necessario costruire una rete di appoggio per le imprese – ha aggiunto – serve acquisire competenze, conoscere le normative dei Paesi di riferimento e gli strumenti normativi della programmazione comunitaria”. Fuori dai confini regionali le imprese sarde sono meno competitive: solo l’1,5% del numero e il 3,7% del valore degli appalti aggiudicati dalle imprese sarde, proviene dalla penisola. Per questo lo Sportello Appalti, un servizio gratuito a sostegno degli operatori economici sardi intenzionati a entrare o a consolidarsi nel mercato degli appalti pubblici, ha avviato un progetto di affiancamento e assistenza di medio periodo per le imprese che intendono sbarcare nei mercati esteri e in particolare nell’Europa dell’Est, in Romania.
“Sono diverse le ragioni fondamentali che spingono a investire in questo Paese dell’Est – ha spiegato Vincenzo Perra, responsabile dello Sportello Appalti Imprese – I dati ci parlano di uno Stato in forte crescita, relativamente sicuro e politicamente stabile c’è inoltre una presenza italiana molto forte, che consente di abbattere molte barriere culturali all’ingresso e il nostro know how italiano è apprezzato”.