I pastori su Programma rurale: “Meno soldi alla Sardegna e l’assessora Murgia contenta”

I pastori sardi Fabio Pisu, Gianuario Falchi, Nenneddu Sanna, Antonio Doa e Gianluigi Argiolas – gruppo nato dalla clamorosa protesta del latte buttato nel febbraio del 2019 – esprimono “forte disapprovazione per la decisione definita dall’assessora all’Agricoltura, Gabriella Murgia, assieme alla maggioranza delle Regioni del Nord Italia, relativa al superamento del criterio storico di ripartizione dei fondi del Programma di sviluppo rurale”.

In una nota gli allevatori, espressione dei pastori senza bandiere, ritengono che “il nuovo criterio ha comportato una minore assegnazione delle risorse per la Sardegna passando dal 6,90 per cento agli attuali 6,18 dei fondi sulla spesa pubblica”. Si legge ancora nella nota: “Evidenziamo che, con la nuova ripartizione, vengono avvantaggiate le regioni del Nord come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, dove si rileva un Pil pro-capite di circa 35.000 euro, mentre la Sardegna ne registra circa 20.000 euro. Da tale paragone si evince la chiara inosservanza del terzo principio del ‘new green deal’ che invece tiene conto dei soggetti e dei territori svantaggiati come la nostra Isola”.

I cinque pastori fanno notare che “la Sardegna, che con il criterio storico, si attestava al quarto posto della classifica sulla ripartizione dei fondi con circa 150 milioni di euro in più rispetto alle suddette tre regioni del Nord. Ora ha perso tre posizioni scivolando nella settimana piazza, in seguito all’applicazione del nuovo criterio”. I pastori sardi rimarcano con delusione il fatto che “l’assessora Murgia ritenga soddisfacenti” soluzioni che penalizzano la Sardegna ed evidenziano “il silenzio di politici e associazioni di categoria che dovrebbero essere quotidianamente in prima linea per farsi portavoce delle esigenze e delle richieste fatte presenti più volte dalla nostra categoria, ma rimaste ancora prive di ascolto”.

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