Giudizio immediato per i nove protagonisti dell’inchiesta sul crac da 13 milioni di euro del Policlinico Clinica Città di Quartu. La richiesta, avanzata dal sostituto procuratore di Cagliari Giangiacomo Pilia per l’evidenza delle prove, è stata accolta. Il processo è stato fissato per il prossimo 17 novembre.
L’indagine ebbe una svolta clamorosa nello scorso febbraio quando furono arrestati Antonio Macciotta, 46 anni, di Iglesias, l’ex amministratore unico, e Sergio Porcedda, 54, che ebbe anche un momento di notorietà nazionale quando divenne presidente della squadra del Bologna calcio. Sono accusati di bancarotta fraudolenta.
Una vicenda complicatissima. Con uno schema, secondo l’accusa, relativamente semplice: Macciotta avrebbe svolto, nel suo ruolo di amministratore, atti volti a svuotare le casse della società che gestiva la clinica per farli entrare in quelle della Immobiliare del Corso, di proprietà di Porcedda. Nel settembre del 2010 il Policlinico Città di Quartu dichiarò fallimento.
Dopo gli arresti, nell’indagine restarono coinvolti con vari ruoli e saranno anche loro processati – Andrea Buschettu, 52 anni, di Palmas Arborea, vice direttore del Banco di Sardegna a Cagliari; Paolo Zapparoli, 48, di Varese; Pier Domenico Gallo, 74, di Cuneo, Matteo Colombo, 39, di Milano; Paolo Moro, 50, di Milano, Caterina Della Mora, 41, di Udine, e l’imprenditore cagliaritano Alberto Scanu, 46 anni, attuale presidente della Confindustria sarda. Scanu è rimasto coinvolto nell’indagine in quanto ex rappresentante legale di Kinetika Sardegna, un’altra società coinvolta nei meccanismi della bancarotta.
Va avanti invece un’indagine per estorsione, scaturita dall’inchiesta principale, a carico di Porcedda, Uda e Paoni. Questa ipotesi di reato si riferisce a un tentativo di ottenere da Macciotta, attraverso la minaccia del fallimento, di debiti in realtà non dovuti.