Carbonia, operaio s’incatena alle porte del Comune: “Aiutatemi a dare un tetto ai miei figli”

Si è appeso al collo un cartello con scritto “Se potete aiutarmi a dare un tetto ai miei figli”. Poi si è incantenato al portone del Comune di Carbonia. Fabrizio Sabiu, un lavoratore metalmeccanico del Sulcis, questa mattina non ce l’ha più fatta e si è lasciato andare a un gesto di disperazione.

Sabiu chiede aiuto all’amministrazione comunale e ai concittadini affinché i suoi due figli, che vivono con l’ex moglie, non finiscano sulla strada a causa di uno sfratto. L’uomo è separato da tempo e ogni mese consegna alla donna l’assegno di mantenimento per la prole di circa 500 euro. Non ha nemmeno i soldi per trovare un posto dove dormire e per sei mesi ha dormito all’interno delle Poste di Carbonia.

Anche l’ex moglie, disoccupata, avrebbe già ricevuto l’ingiunzione di sfratto a causa di pagamenti arretrati. “Mi basta che mi diano una casa con due stanze e un bagno per i bambini – dice amareggiato – io sono disposto a pagare, ma certo non mi posso permettere una caparra da migliaia di euro. Il padrone di casa della mia ex moglie ha deciso di sfrattarla per morosità, per due affitti arretrati, e si è rivolto anche al giudice che l’ha multata di 3mila euro. Lei voleva pagare gli arretrati, avevamo recuperato i soldi vendendo una macchina – racconta ancora Sabiu -, ma non si è trovato l’accordo con il proprietario che ha deciso per lo sfratto. Adesso i miei figli rischiano di finire sulla strada. Basterebbe un alloggio per loro o un lavoro per la mia ex moglie, rimasta senza occupazione da mesi”.

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