VIDEO. Con “Cappellacci d’Arabia” parte la campagna di iRS in difesa del Ppr

Un video che non arriva nemmeno a due minuti e un titolo altrettanto ‘laconico’ quanto esaustivo: “Cappellacci d’Arabia: prepari il cemento e i mattoni”. Comincia così la battaglia che iRS – Indipendentzia Repubrica de Sardigna ha deciso di ingaggiare col governatore, a difesa del Piano paesaggistico regionale.

Nel mirino, in particolare, il Piano Qatar e le lottizzazioni in via di realizzazione grazie al cosiddetto Piano casa. Ecco dunque che prima scorrono le immagini della campagna elettorale 2009, quella che porterà Cappellacci alla guida della Regione, quindi in rapida successione il video mostra le lottizzazioni di Capo Malfatano e Tuerredda e riprende il progetto dell’emiro del Qatar sulla “Costa Smeralda 2”. Impietoso il montaggio: quattro anni fa una signora si avvicinò al candidato del centrodestra e si assicurò che le politiche ambientali targate Cappellacci non fossero votate al cemento. “Non si preoccupi signora”, rispose l’attuale governatore. Per poi smentirsi pochi minuti più tardi, invitando un potenziale elettore a preparare “cemento e mattoni”.

“Nel nome dello sviluppo, un termine il cui significato troppo spesso è mistificato con lo scopo, non troppo celato, di dare un’aurea di sensibilità ambientale a investimenti immobiliari che invece consumano il territorio in maniera irreversibile, stanno cercando di vendere e costruire negli ultimi spazi di bellezza che miracolosamente in Sardegna sono rimasti fino a oggi – si legge nella nota di accompagnamento al video -. Neanche le solite promesse di posti di lavoro, per altro solo stagionali, possono ancora impedirci di capire che il modello turistico dei resorts e delle seconde case rappresenta per la nostra terra l’ennesima rapina di risorse che difficilmente potranno essere ripristinabili per le generazioni future”.

“Eppure la nostra storia dovrebbe già insegnarci tanto in tal senso – sostiene ancora iRS – l’imposizione di politiche calate dall’alto (la legge degli adempirvi con la deforestazione, i poli di sviluppo industriale col miraggio della chimica, tanto per citare due esempi noti a tutti) non solo ha contribuito sempre a snaturare i luoghi ma ha anche impedito che emergessero le reali vocazioni e peculiarità dei singoli territori. Per l’avidità di pochi, per la logica del s’ afferra afferra” ma soprattutto per l’assenza di una progettualità endogena, in poco tempo si sono compromesse preziose risorse sia come peculiari ecosistemi marini e terrestri ma soprattutto sia con la perdita della memoria di mestieri e saperi millenari. E dopo che passerà il cemento cosa ci resterà? E’ una domanda che vogliamo fare ai politici che ora stanno in Regione. In particolare alla Giunta”.

Infine, dicono gli esponenti di iRS, “oggi non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla pericolosa proposta del presidente Cappellacci che vuole cambiare il Piano Paesistico Regionale, sempre in nome dello “sviluppo”. Forse sarebbe meglio cambiare questa parola con quella di “benessere collettivo”, che significa che si può stare tutti bene insieme, progredendo in armonia con l’ambiente che ci ospita e di cui siamo parte”.

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