Vertenza Sardegna, Pigliaru insiste: “Siamo pronti ad alzare la voce”

“Chi governa ha il dovere del dialogo istituzionale. Abbiamo già manifestato disappunto e se non arriveranno risultati, lo faremo con voce sempre più alta. I risultati, però, si ottengono con il confronto e con la capacità di convincere”. Ancora deluso dal vertice di ieri a Palazzo Chigi (leggi qui i motivi che hanno lasciato insoddisfatto il presidente della Regione), Francesco Pigliaru torna sulla ‘vertenza Sardegna’ e si dice pronto a chiamare a raccolta la maggioranza e il Consiglio regionale per decidere le prossime mosse. Ma per ora attende che il premier Paolo Gentiloni formalizzi una proposta in tempi brevi all’interno dello spazio della finanziaria nazionale sugli accantonamenti, come il capo del Governo ha promesso ieri.

Gli accantonamenti, come noto, sono le quote che ogni regione italiana versa a copertura del debito pubblico nazionale. Nel 2016 la Sardegna ha dato a Roma 684 milioni, considerati un eccesso dalla Giunta. Di qui la richiesta di dimezzamento che doveva essere discussa già a metà ottobre. Ma il Governo aveva unilateralmente annullato il vertice previsto. Pigliaru dice ancora: “Noi vogliamo dire al primo ministro, a tutto il Governo e forse anche al resto d’Italia, che questi accantonamenti così come sono scritti oggi non sono chiari, sono basati su regole che nessuno conosce e non vanno assolutamente bene. A noi i soldi servono per fare cose importanti e ridurre il gap con le altre regioni, un punto semplice e credo che prima o poi lo debba capire anche questo Governo”. La ‘vertenza Sardegna’ include anche riconoscimento della condizione di insularità, riduzione delle servitù militari e completamento della riconversione economica di La Maddalena.

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