Vertenza entrate, Cappellacci (FI): “Bene cambio di rotta della giunta regionale”

Dopo il nuovo fronte aperto dalla Regione con il governo sulla vertenza entrate a causa della sforbiciata di 97 milioni dal 2015 al 2018 contenuta nella legge di stabilità nazionale, l’ex governatore Ugo Cappellacci (Fi) plaude a quello che ritiene essere “un cambio di orientamento dell’esecutivo regionale riguardo all’accordo sul patto di stabilità” e rilancia l’urgenza di portare “avanti una battaglia unitaria perché – spiega – in soli otto mesi questo Governo, che qualcuno considerava amico, ha sottratto centinaia di milioni dal salvadanaio dei sardi”. “Prendiamo atto che dopo quattro mesi perfino la Giunta si è resa conto che l’accordo Pigliaru-Padoan è una patacca – sottolinea Cappellacci – ma per stracciarlo o c’è un nuovo intervento legislativo oppure occorre impugnare la legge Sblocca Italia. Il provvedimento infatti ha formalizzato in legge gli effetti nefasti di un accordo che nega il miliardo e duecento milioni di patto dovuti alla Sardegna, che sottrae trecento milioni rispetto al 2013 e che, con un pareggio di bilancio senza contrappesi e senza garanzie circa l’effettiva entità delle entrate, ipoteca anche i risultati per il 2015 e gli anni successivi. A questa rapina – incalza l’esponente di Fi – si aggiungono gli ulteriori provvedimenti scippa-Sardegna adottati dal Governo Renzi, con cui l’isola si vede sottrarre 84 milioni del Fondo Sviluppo e Coesione, 65 per la copertura degli 80 euro, ulteriori 97 milioni con la legge di stabilità”.

Secondo Cappellacci, “perfino quello che è stato salutato dall’assessore Paci come un trionfo in realtà è una resa disonorevole: infatti i 230 milioni delle riserve erariali restano nella disponibilità dello Stato, in spregio alla sentenza della Corte Costituzionale n. 241 che, su nostro ricorso, aveva accertato che queste riserve non potevano essere imposte alla Sardegna. Il fatto che per il momento vengano destinate alla copertura del debito commerciale maturato nell’isola non significa – argomenta l’ex presidente – che domani, tra un mese o tra un anno lo Stato possa dirottare tali soldi altrove, perché a decidere, in spregio allo Statuto, è sempre Roma e non la Regione”.

Così l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, all’Ansa. “Non stiamo dicendo che quanto pattuito a luglio non vada bene, ma che sono cambiate le cose. Apriamo la consultazione con lo Stato su questi punti, come il taglio dei 97 milioni all’anno imposto dalla legge di stabilità, perché a nostro avviso sono contrari allo spirito dell’intesa raggiunta tra Pigliaru e Padoan. “L’accordo di luglio – spiega – prevede l’accettazione da parte della Regione degli accantonamenti come contributo al risanamento dei conti dello Stato che per il 2015 valgono 570 milioni e in base a questo lo Stato riconosce alla Sardegna che non ha più vincoli di patto stabilità. Da allora, però, sono accadute due cose: l’incidente sulle riserve erariali con una soluzione trovata che ci vede abbuonati per il 2014 230 milioni che destineremo al pagamento del debito commerciale. Per il futuro la soluzione fa salvi due principi importanti: gli aumenti di tasse pagati per abbattere il debito e gli aumenti di tasse che rimangono in Sardegna”. L‘altra novità riguarda poi la legge di stabilità e l’ulteriore sforbiciata da 97 milioni di euro per l’Isola. Paci ricorda poi che “si sta ancora chiudendo la vertenza entrate su Ires giochi, riserve matematiche e tasse auto che è intorno ai 120 milioni più gli arretrati per circa 700 milioni“.

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