Trivelle, Caterina Pes (Pd): “Decide la Regione, polemiche strumentali”

La deputata Pd, Caterina Pes, bolla come strumentali le polemiche che continuano a travolgere i parlamentari sardi per il sì allo Sblocca Italia,

“Strumentali”. Caterina Pes bolla così le polemiche che continuano a travolgere i parlamentari sardi per il voto favorevole allo Sblocca Italia, il decreto che, a sentire gli ambientalisti, nell’Isola spianerà la strada alle trivelle. La deputata Pd spiega perché “la Regione ha conservato intatti i propri poteri decisionali” e fa il punto sui “vantaggi che la legge porterà alla Sardegna”.

Onorevole, sullo Sblocca Italia vi state giocando una fetta importante di consenso.

Spiace constare che ci si ostini a parlare di un pericolo inesistente. Lo Sblocca Italia è un provvedimento di sostegno alla crescita del Paese, perché appunto sblocca i fondi per far ripartire i cantieri e l’edilizia abitativa; perché introduce misure per la semplificazione burocratica; perché esclude dal patto di stabilità dei Comuni gli interventi che riguardano l’edilizia scolastica e la sicurezza stradale. Aggiungo che per la Sardegna è importante perché dà il via a mumerosi interventi: i lavori sulla 131, ma anche la ristrutturazione delle scuole, le tante infrastrutture segnalate dai sindaci al Governo e le opere di prevenzione contro il dissesto idrogeologico. Solo per citarne alcuni.

Chi si sta ostinando, secondo lei?

Alcune forze politiche di opposizione, per esempio, continuano con lo stesso leit motiv, benché la potestà primaria della Sardegna in materia di gas e petrolio sia fatta salva.

Si riferisce all’articolo 43 bis?

Certamente. Nero su bianco, in una norma nazionale, ecco sancito il principio. Il 43 bis prevede testualmente che “le disposizioni del presente decreto sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti e con le relative norme di attuazione”.

Se è così lineare, per quale motivo gli ambientalisti dovrebbe cavalcare ancora la questione delle trivelle?

Questo me lo sto chiedendo anch’io, La Sardegna ha nel suo Statuto la competenza primaria ed esclusiva, tra le altre cose, su petrolio e gas. E il 43bis fa salva questa prerogativa. Il mio impegno contro le trivelle non è di oggi. Da anni, anche attraverso interrogazioni, ho sempre denunciato il problema. Avevo annunciato il mio voto contrario al decreto, nel caso in cui fossero state azzerate le competenze della Sardegna. Non vedo il vantaggio della strumentalizzazione. Chi protesta, al contrario, dovrebbe sentirsi partecipe del risultato ottenuto col 43 bis, perché in Parlamento i deputati e i senatori del Pd hanno difeso proprio gli interessi dei territori.

Territori poco tutelati se si guarda la procedura ridotta, da 45 a 30 giorni, per avviare un’attività in un sito inquinato.

La tutela rimane. La riduzione dei tempi si muove nella logica dello Sblocca Italia, ovvero semplificare le procedure burocratiche, ma senza venir meno alla difesa dell’ecosistema. Non dobbiamo dimenticarci che c’è già chi deve vigilare sulla tutela dell’ambiente e segnalare eventuali violazioni.

A parte lo Sblocca Italia, sulle bonifiche non si può dire che la Sardegna abbia vinto, vista l’equiparazione dei siti militari a quelli industriali. Ciò che di fatto libera lo Stato dalla responsabilità di ripulire i territori.

Il Dl Competitività ha introdotto importanti misure per la ripresa economia dell’Italia e della Sardegna. Soprattutto per quanto riguarda agricoltura, energia e ambiente. Il Governo, grazie anche al lavoro di tutti i parlamentari sardi, ci ha assicurato un prossimo intervento sulle bonifiche dei siti militari sardi. A questo proposito è stata introdotta una soglia d’inquinamento a seconda delle destinazioni d’uso delle singole porzioni dei poligoni. So bene che non è sufficiente e che bisogna ancora fare tanto. Insieme alla Giunta regionale siamo tutti impegnati a ottenere risultati ancora più significativi nella tutela del territorio della nostra Isola.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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