Trident Nato, i senatori sardi: “Usate solo munizioni convenzionali”

“Tutte le esercitazioni che stanno interessando il territorio della Sardegna si svolgono in aree ben delimitate e internamente al poligono di Capo Teulada. Per la parte terrestre dell’attività viene utilizzato solamente munizionamento convenzionale“, è quanto emerso dall’incontro di ieri fra il capo della delegazione parlamentare Nato Andrea Manciulli e i senatori sardi Silvio Lai (Pd) Luciano Uras (Sel) e Emilio Floris (Forza Italia) che potranno raccogliere altre informazioni direttamente il 27 e 28 ottobre partecipando come osservatori alle attività dell’operazione Trident Juncture 2015.

“L’attività di volo – è emerso ancora – avviene in spazi aerei delimitati e con fasce orarie coordinate con l’Enac. Questo per evitare turbative al normale traffico aereo. Nel corso delle esercitazioni non viene utilizzato munizionamento attivo o inerte, a caduta o aria-aria, ma sono previsti solo sorvoli e passaggi aerei per simulare il supporto alle forze di terra. Stesso discorso anche per la parte navale per la quale non viene utilizzato munizionamento. Le aree esterne – fanno sapere i tre senatori – al poligono di Capo Teulada si limitano ad essere interessate dagli itinerari di trasferimento dai porti e dagli aeroporti verso il poligono, con un impatto minimo, quindi sulla popolazione locale. È stato infine ricordato che lo scorso giugno è stato firmato un protocollo d’intesa per la tutela ambientale ed attività esercitativa militare fra il ministero della Difesa e quello dell’ambiente. L’accordo prevede, tra le altre cose, la redazione e l’implementazione dei protocolli ambientali connessi alle attività esercitative”. “Dopo la partecipazione in qualità di osservatori alle operazioni – concludono Lai, Floris e Uras – dovrà comunque essere aperto un immediato confronto con il Governo, i parlamentari, la Regione e le autonomie Locali per affrontare e discutere nei dettagli e con la massima chiarezza il ruolo ed il coinvolgimento della nostra isola in operazioni come quella in atto nel Mediterraneo e soprattutto la questione di una revisione delle servitù militari nell’isola”.

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