Sono ore difficili per Stefano Vella, virologo e infettivologo di fama mondiale, trattato dalla Giunta di Christian Solinas come una pezza per tappare il buco delle discoteche, un affaire finito all’attenzione della Procura di Cagliari che ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa. Un’inchiesta tutt’altro che chiusa. E al lavoro, dall’altra parte della Sardegna, ci sono pure i magistrati di Tempio. Vella è uno dei quattro componenti del Comitato tecnico-scientifico (Cts) istituito dalla Regione i primo aprile del 2020 con la delibera 17/4. Obiettivo: supportare l’Esecutivo nella gestione dell’emergenza Covid-19. Solinas adesso sta scaricando su Vella la decisione di aprire le discoteche sotto Ferragosto, facendo passare per parere una mail che il professore ha scritto alle 21.28 dell’11 agosto.
Vella ha raccontato la sua versione dei fatti in un’intervista a Repubblica.it di questa mattina. Con una premessa: “Quella mail non è, né può essere considerata, un parere del Cts. Né tantomeno un parere positivo all’idea di tenere aperte le discoteche in estate, verso cui, come Comitato, ci siamo sempre ufficialmente opposti, ritenendola pericolosa e sbagliata, visto il grande afflusso di turisti sull’Isola. Io – ha spiegato ancora Vella – parlavo solo a titolo personale”. Una posizione, questa, che l’infettivologo avrebbe già ribadito anche alla Polizia giudiziaria.
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Ed effettivamente a leggere la mail di Vella c’è scritto: “Ho sentito solo Giovanni Sotgiu“. L’epidemiologo. Uno degli altri tre componenti del Cts, a cui si aggiungono il genetista Francesco Cucca e un altro virologo, il piemontese Pietro Cappuccinelli. In nessuna parte della mail, Vella sostiene di parlare a nome di tutti i colleghi. Il testo completo di quel messaggio di posta elettronica recita appunto: “Ho sentito per il momento solo Giovanni Sotgiu. Ma lui e me va bene (così, testuale). Perché son solo all’aperto, ed è inevitabile e necessario che aprano. Oltre ai controlli delle forze dell’ordine, che andranno rinforzati”.
Ma la Giunta, dopo la puntata di Report e l’indagine avviata dalla Procura di Cagliari, aveva la necessità di dimostrare di avere in tasca un parere degli esperti. Per una ragione: nell’ordinanza 38 dello stesso 11 agosto, quella con cui Solinas ha riaperto le discoteche, è espressamente scritto che il governatore ha “acquisito” un parere. Quindi quel documento deve esserci a ogni costo. Diversamente si potrebbe profilare il reato di falso in atto pubblico. La Regione, dal canto suo, sostiene di aver considerato parere quella mail perché l’oggetto della corrispondenza era la “bozza ordinanza versione bis“.
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Vella spiega ancora a Repubblica.it. “Ho dato l’ok solo al testo dell’ordinanza che mi è stato mandato in extremis, senza che fosse stato mai convocato il Comitato tecnico-scientifico. In Regione avevano una gran fretta di farla uscire”, dice ancoa l’infettivologo riferendosi all’ordinanza. E aggiunge di aver dato quella risposta “fermo restando la nostra opposizione alla riapertura”. Ancora: “La bozza (che a Vella era stata inviata alle 19 dell’11 agosto) recepiva delle nostre indicazioni, come il divieto di ballo nei locali al chiuso. Ho provato a ridurre il danno di una scelta politica che era già stata presa”, sottolinea ancora il professore.
E a domanda precisa sul fatto, nella stessa mail, Vella abbia scritto “è inevitabile e necessario che riaprano”, il professore osserva: “Intendevo dire che per loro, come mi avevano fatto capire esplicitamente, era inevitabile e necessario riaprirle. Per loro, non certo per noi”. Nel finale Vella fa riferimento a ben “dieci mail tutte contrarie” al via libera alle sale da ballo.
In questo pacchetto dieci mail c’è anche il parere negativo che il Comitato tecnico-scientifico, quella volta al completo, ha dato alle linee guida della Regione sulla discoteche il 6 agosto 2o20. Un documento di cui Solinas ha negato di sapere l’esistenza perché “parte di una corrispondenza interna all’assessorato alla Sanità”. Allora non si capisce come mai il capo della Giunta sarda abbia saputo della mail di Vella, ugualmente interna agli stessi uffici della Sanità, visto che è stata mandata al Dg, Marcello Tidore. Non solo: a essere precisi, come si ricava dallo stesso scrernshot di CagliariPad.it, il messaggio di posta elettronica di Vella è stato inoltrato alla presidenza della Regione solo alle 16 del 12 agosto. Quindi un giorno dopo l’ordinanza.
In Procura a Cagliari sono quattro i magistrati che stanno lavorando insieme all’aggiunto Paolo De Angelis. Si tratta di Daniele Caria, Guido Pani e Maria Virginia Boi. A loro il compito di passare al setaccio anche tutte le eventuali incongruenze. Come per esempio il fatto che dal primo agosto al giorno 11 le discoteche in Sardegna sono rimaste aperte. Solinas ha detto che lo prevedeva il Dpcm (leggi qui). Invece il decreto Conte stabiliva l’esatto contrario (qui l’approfondimento di Sardinia Post).
Alessandra Carta
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