Test cinesi e dubbi, bufale per Temussi. Ma la fake news l’ha detta proprio lui

Mentre lo screening anti-Covid, coi tamponi rapidi cinesi, si è spostato nel Nuorese facendo registrare un flop, si scopre una bufala detta dal commissario dell’Ats, Massimo Temussi, ovvero il regista del ribattezzato ‘Piano Crisanti‘. Stiamo parlando del controlli a tappeto sulla popolazione sarda, secondo il cronoprogramma che l’immunologo romano ha messo a punto insieme all’Azienda per la tutela della salute.

Bisogna tornare indietro al 13 gennaio scorso per inquadrare la questione. Perché quel giorno da Parigi rimbalza la decisione presa dall’Agenzia francese del farmaco che bandisce l’utilizzo dei tamponi rapidi cinesi di marca VivaDiag, in quanto “non attendibili”, certificano gli esperti transalpini. Troppi i falsi positivi. E troppi i falsi negativi.

Sardinia Post dà conto di quella presa di posizione da parte dall’Agenzia di Parigi e spiega che i VivaDiag, prodotti ad Hangzhou, sono gli stessi test rapidi usati per lo screening in Ogliastra, la provincia da dove a gennaio ha preso avvio il ‘Piano Crisanti’. Nulla di polemico. Anche perché la presunta inefficacia dei tamponi non è certo una responsabilità di chi li acquista.

Tuttavia Temussi non ci sta. E qualche giorno dopo fa diffondere dall’Ufficio stampa un comunicato in cui è scritto: “Riteniamo che l’informazione corretta sia fondamentale, soprattutto in un momento così delicato. Fake news e notizie fuorvianti creano solo allarmismo e scetticismo tra i cittadini, rischiando di compromettere il lavoro che si sta facendo sui territori in un momento in cui non possiamo abbassare la guardia nei confronti della pandemia”. Non solo. Temussi, nella stessa nota, assicura che “i test rapidi usati in Ogliastra sono di un’altra marca, la Joysbio“.

Il nostro giornale il 16 gennaio pubblica il comunicato di Temussi ma continua ad indagare. Anche perché la prima notizia del 13, quella in cui diceva che i test banditi in Francia erano uguali a quelli usati in Ogliastra, era stata verificata in loco. Tant’è: il 16 gennaio Sardinia Post pubblica la delibera con la quale è provato che l’Ats ha acquistato solo tamponi rapidi VivaDiag, spendendo 5 milioni e 360mila euro (leggi qui).

Dopo quell’inchiesta, il nostro giornale ha scritto una mail all’Ats, in cui si chiedeva di poter avere la delibera con la quale si comprovava l’acquisto dei test rapidi Joysbio, come detto da Temussi. Nessuna risposta è mai arrivata in Redazione. Né al consigliere regionale del Pd, Salvatore Corrias, sindaco del Comune ogliastrino di Baunei, che aveva contestato a Temussi il fatto di non voler rendere pubblici gli esiti dello screening. “E non stiamo chiedendo di certo i nomi dei positivi, ma solo i risultati complessivi dei controlli. Del resto – aveva aggiunto l’esponente dem – non c’è motivo per tenere nascosti i dati se la campagna è andata benissimo, come detto dallo stesso commissario Ats”.

Proprio nel Nuorese è stata scattata in questi giorni la foto che pubblichiamo a corredo di questo pezzo. Come si può osservare, i test sul tavolo, all’interno della scatola bianca e verde, sono proprio i VivaDiag. E Temussi è lì dietro in piedi, vestito di nero. Insomma, passato quasi un mese da quel comunicato di Temussi, è evidente che sui test rapidi cinesi la fake news l’ha detta lui e non i giornali. Nel mezzo l’indagine interna aperta dal Dg dell’assessorato alla Sanità, Marcello Tidore, proprio per fare chiarezza sui 5,3 milioni spesi dall’Ats per i test cinesi VivaDiag.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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